Sarà tutto da rifare il processo per l’omicidio di Mario Cerciello Rega. La Cassazione ha annullato le condanne a 22 e 24 anni di reclusione per i due americani accusati della morte del vice brigadiere a Roma
Una decisione che ha scioccato tutti quella presa dalla Cassazione in merito all’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso nel luglio del 2019 nel quartiere Prati di Roma. Ieri, 15 marzo, la sentenza dei giudici che annulla le condanne di Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, rispettivamente a 22 e 24 anni di reclusione.

La sentenza giunta dal Palazzaccio ha lasciato i familiari del carabiniere Cerciello Rega a bocca aperta. Il processo per i due turisti americani che nel quartiere Prati hanno accoltellato il vice brigadiere andrà rifatto daccapo. Le pene saranno ricalcolate e, molto probabilmente, alleggerite.
Così, la condanna a 24 anni di reclusione previsti per Elder è stata annullata con rinvio sulle circostanze aggravanti e sulla sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Mentre per Hjorth la condanna a 22 anni di carcere viene annullata con rinvio e riguarda l’accusa di concorso in omicidio.
Omicidio Cerciello Rega, la decisione della Cassazione che nessuno si aspettava. Processo da rifare
Secondo i giudici della Corte di Cassazione, per la morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, il processo d’appello è da rifare. I due accusati per l’omicidio, Finnegan e Gabriel Natale, erano stati condannati in primo grado all’ergastolo. Ma ora arriva la decisione che nessuno si aspettava e le motivazioni dei giudici puntano su due circostanze precise.

Per Finnegan Lee Elder, che il 26 luglio del 2019 ha ucciso il carabiniere con ben 11 coltellate, la Corte contesta le circostanze aggravanti nonché la sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale. Per l’altro accusato, Gabriel Natale Hjorth si contesta l’accusa di concorso in omicidio.
Questo sta a significare che per i giudici della Cassazione la tesi difensiva risulta credibile. Secondo i legali dei due americani, infatti, gli accusati non sapevano di trovarsi di fronte dei carabinieri. Secondo la tesi difensiva la vittima e il collega, rimasto ferito, non erano in divisa e non hanno esposto il tesserino di riconoscimento ai due turisti.
Le parole della difesa: “Finalmente qualcuno ha sentito le nostre ragioni”
La decisione presa ieri, 15 marzo 2023, dalla Cassazione porterà di conseguenza a condanne più morbide a Hjorth e Elder. Come riporta Open, il procuratore generale Francesca Loy aveva chiesto la conferma delle condanne dei due americani sostenendo che probabilmente i carabinieri avevano sottovalutato la situazione.

Inoltre, sempre secondo la pg Loy gli uomini dell’Arma intervenuti avevano chiesto ai due turisti solo i documenti di riconoscimento perché erano stati chiamati per il furto dello zaino e non certamente per la droga. Dopo l’annullamento delle condanne, a festeggiare per la decisione presa dalla Cassazione è la difesa.
Il legale di Finnegan Lee Elder, l’avvocato Renato Borzone, ha dichiarato, come riporta sempre Open: “Dal primo minuto in cui abbiamo esaminato le carte processuali abbiamo capito che il mio assistito non aveva assolutamente capito di trovarsi davanti a due carabinieri. Quell’intervento è stato anomalo. Ci sarà un nuovo processo”. Mentre i difensori di Hjorth, l’avvocato Fabio Alonzi e il collega Francesco Petrelli, hanno espresso soddisfazione per l’esito raggiunto ieri in Cassazione, dichiarando: “Abbiamo finalmente qualcuno che ha sentito le nostre ragioni”.