Il primo incontro tra l’unico superstite della strage di Smarate, Nicolò Maja e il padre che ha ucciso la madre e la sorella è avvenuto oggi nell’aula della Corte d’Assise di Busto Arsizio
Il padre-killer di Nicolò Maja, Alessandro, si è trovato questa mattina faccia a faccia con il figlio, unico sopravvissuto alla mattanza dello scorso maggio. E’ stato lo stesso Nicolò a voler vedere il padre, accusato dell’omicidio della moglie Stefania e della figlia Giulia, anche se il dolore per la grave perdita è ancora vivido nei suoi ricordi.

L’assassino uccise nella notte tra il 3 e il 4 maggio scorso nella villetta di famiglia a Samarate, in provincia di Varese quasi tutti i componenti della sua famiglia. L’unico che si è salvato dalla strage è il giovane figlio Nicolò di 24 anni, ancora costretto in sedia a rotelle. Il ragazzo si è presentato stamani in Tribunale.
All’incontro Nicolò indossava una maglietta nera raffigurante la stampa delle due vittime (madre e sorella) e, al termine dell’incontro con l’imputato, ha dichiarato di essere “più tranquillo”.
Strage di Samarate: Nicolò Maja incontra per la prima volta il padre-killer
E’ ancora costretto su una sedia a rotelle ma ha voluto lo stesso incontrare il padre Alessandro, accusato per l’omicidio di Stefania e Giulia, rispettivamente madre e sorella di Nicolò Maja. Dopo una serie di interventi chirurgici e ancora scosso per quanto accaduto lo scorso maggio, il sopravvissuto alla strage di Samarate (provincia di Varese) questa mattina si è presentato nell’aula di Tribunale di Busto Arsizio.

Accompagnato dal nonno e dallo zio, Nicolò avrebbe guardato a lungo il padre Alessandro, distanti pochi metri da lui. Ha dichiarato, al termine dell’incontro, come riporta il Messaggero: “Non è stato facile rivederlo ma adesso sono più tranquillo. L’ho guardato ma non so se lui mi ha visto. Gli vorrei parlare, vorrei chiedergli perché ha deciso di rovinare la nostra vita. Ho scelto di indossare una maglietta con la foto di mia sorella e di mia madre perché volevo portarle con me, sono loro che mi danno la forza per andare avanti”.
L’incontro in Tribunale a nove mesi di distanza dal dramma avvenuto nella villetta familiare a colpi di martello ha scosso Nicolò per il grande impatto emotivo. La notte del 4 maggio 2022 l’assassino, Alessandro Maja, affermato professionista a Milano, angosciato da problemi di natura economica e familiare, ha messo in atto lo sterminio della propria famiglia.
La notte della strage di Samarate
La moglie Stefania e la figlia Giulia passarono velocemente dal sonno alla morte mentre Nicoló Maja quella notte del 4 maggio sopravvisse lottando per mesi in una stanza di ospedale fino ad una lenta ripresa che non gli ha permesso comunque di tornare a camminare.

Alessandro Maja, il killer, si trova dal quel giorno in carcere con la pesante accusa di omicidio multiplo e tentato omicidio. Sterminò la sua famiglia a colpi di martello e lasciò gravemente ferito il figlio 24enne Nicolò. Secondo gli investigatori che hanno seguito il caso, il padre assassino avrebbe aggredito nel sonno tutta la sua famiglia perché non aveva accettato che la moglie potesse desiderare una vita da sola lontana da lui.
La donna infatti voleva separarsi dal marito. Difatti la prima persona che uccise Maja fu la moglie. Ammazzata questa, il killer si è poi diretto verso la camera dove dormiva la figlia Giulia. Infine, andò in camera del figlio Nicolò che, nel frattempo si era svegliato e, visto cosa stava succedendo, ha iniziato ad urlare attirando l’attenzione dei vicini. La prossima udienza per l’esame del perito è prevista il 19 maggio 2023. Solo allora verrà sentito l’imputato.