Il grave incidente accaduto a Roma, precisamente in via Prenestina, è costato la vita ad un ragazzo: le decisioni del gup dopo la morte del 20enne.
Via Prenestina e quei terribili momenti vissuti dalla famiglia del ragazzo. Una vicenda che si conclude, almeno per il momento, con una condanna per un ex poliziotto sospeso dal servizio dopo il tragico incidente.

Impatto devastante per il giovane Simone Sperduti che ha perso la vita dopo un fatale incidente che non gli ha lasciato scampo. Intanto il gup ha deciso in merito alla condanna dell’uomo accusato della morte del 20enne.
Incidente Roma, la decisione del gup
Il giudice per le udienze preliminari di Roma ha condannato con rito abbreviato Andrea Persi, poliziotto di 46 anni già sospeso dal servizio. L’uomo avrebbe investito e ucciso lo scorso 24 agosto Simone Sperduti. Il ragazzo si trovava in quel momento a bordo di un scooter ed era di passaggio su via Prenestina.

Persi si trova in carcere a Regina Coeli ed è accusato di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebrezza. L’uomo avrebbe assunto delle sostanze stupefacenti e al momento dei controlli sarebbe stato trovato con un’alterazione psicofisica. L’ex agente sospeso dal servizio stava percorrendo via Prenestina a bordo di una Opel Meriva.
Simone Sperduti stava viaggiando a bordo di una Honda Sh 300, all’altezza dello svincolo per prendere il GRA di Roma l’impatto fatale. Il ragazzo ha perso la vita praticamente sul colpo a causa dei gravi traumi riportati in seguito alla caduta dal mezzo a due ruote.
Avrebbe svoltato a sinistra senza alcuna precedenza, per poi investire all’altezza della rampa per il Grande raccordo anulare lo scooter di Sperduti. Una morte, quella del 20enne, arrivata praticamente sul colpo. Intanto il pm Laura Condemi ha condannato l’ex agente ad una pena di 8 anni e ad una provvisionale di 150mila euro.
Il commento dell’avvocato di Persi
L’avvocato Pamela Strippoli, legale che difende l’ex poliziotto, ha parlato di quanto accaduto. “Nessun pena e nessun risarcimento potranno restituire un figlio alla famiglia, lui ha preso contatti con una comunità, pagherà il suo debito con la giustizia ma non con la sua coscienza. Anche per questo ha preso contatto con una comunità per un percorso di recupero terapeutico e spirituale“, ha spiegato Strippoli parlando con Il Messaggero.
Sulla decisione si è espresso anche l’avvocato Paolo Palleschi, legale di parte civile, che ha commentato quanto accaduto di recente. “Mi sembra una sentenza equilibrata“, ha ribadito.

Nel frattempo tante persone hanno parlato del giovane nato e cresciuto nel quartiere di Centocelle. Proprio i colleghi pompieri, intervenuti sul posto, avrebbero contattato il padre della vittima per parlare del terribile incidente accaduto a Roma lo scorso mese di agosto.
In seguito all’incidente, dopo gli accertamenti del caso, Persi è stato scoperto positivo ai test tossicologici e alcolemici. Patente sospesa per la seconda volta in seguito ad un ulteriore controllo per guida in stato di ebrezza. Proprio per questo di conseguenza, lo scorso mese di ottobre era avvenuta la richiesta di giudizio immediato nei suoi confronti.
La lettera dell’ex poliziotto
Simone Sperduti è il figlio di un vigile del fuoco deceduto lo scorso agosto dopo un tragico impatto con una vettura guidata da Persi. E pensare che l’autore dell’incidente avrebbe inviato alla famiglia una lettera, proprio a pochi giorni dall’incidente.
“Mi inginocchierei ai piedi per chiedervi perdono. Ho paura, so che voi ne avete più di me. Ho sbagliato, cavolo ho sbagliato. Avrei voluto morire io. Dovevo morire io. Vi chiedo perdono. Niente vi ridarà più vostro figlio, ma io farò qualsiasi cosa possa aiutarvi. Vi chiedo perdono, e a Dio. Avrei dovuto morire io. Ho il cuore in pezzi, ma so che è nulla rispetto a quello che state provando voi. Odiarmi è il minimo“, si legge.