Il giallo della morte di Rkia Hannaoui è stato risolto. A premere il grilletto della pistola che ha ucciso la donna è stato il figlio più piccolo. Il padre del bambino: “Non ci credo che è stato lui”
Dopo la notizia della morte della giovane mamma di Ariano Polesine, Rkia Hannaoui, nell’immaginario collettivo si andava formando la convinzione che dietro al decesso ci fosse chissà quale mistero. La donna, trovata esanime sul pavimento della sua cucina la scorsa settimana dai due figli, è stata uccisa da un proiettile sparato a distanza.

Le domande su chi fosse stato a commettere quel delitto si affollano nella mente degli inquirenti e degli italiani. Forse il vicino di casa? Oppure il marito? La rivelazione scioccante non tarda ad arrivare: ad uccidere la 32enne è il figlio di 8 anni al culmine di un tragico gioco fatto con troppa leggerezza.
Il piccolo ha tenuto segreto per sette giorni con il fratello maggiore la verità sulla morte della mamma. Ma poi è crollato e davanti ai carabinieri quando questi ultimi sono arrivati a casa con l’esito del tampone in grado di rilevare le microparticelle di polvere da sparo. Il bimbo scoppia a piangere e confessa il fatto.
Morte Rkia: il gioco letale e il segreto tenuto nascosto dai fratellini
Il giallo di Rovigo ha tenuto con il fiato sospeso l’Italia intera. Ieri la rivelazione: ad uccidere la donna di 32 anni originaria marocchina è stato il figlio minore di 8 anni. La sconcertante notizia ha devastato il padre del piccolo e marito di Rkia: “Non è possibile che sia stato mio figlio, mia moglie è morta per un incidente. La nostra vita è finita”.

Il padre fino all’ultimo ha sperato in un epilogo più accettabile. Mai avrebbe pensato che la causa della morte della moglie potesse essere dipesa dal figlio più piccolo. I due fratelli hanno tenuto segreta la verità per ben sette giorni. Si erano creati una realtà alternativa sostenendola per un lungo periodo.
Salvo poi crollare in pochi minuti quando i carabinieri di Rovigo rivelano il risultato dello Stub. In lacrime i due bambini hanno accompagnato gli uomini dell’Arma nel campo dietro casa dove avevano nascosto la pistola calibro 22, parzialmente sepolta sotto il terreno, in mezzo alle piante. Quel gioco mortale ha portato via per sempre la loro mamma.
Il padre del bimbo: “La nostra vita è finita”
E’ ancora sotto shock il 52enne Lebdaoui Asmaoui, il padre del bambino di 8 anni che ha accidentalmente ucciso la mamma. Come riporta la Repubblica, l’uomo ha detto ai carabinieri di Rovigo: “Pensavo che mia moglie fosse caduta in casa e che cadendo avesse battuto la testa forte contro un mobile”.

La tragedia di Ariano Polesine, paesino in provincia di Rovigo, ha distrutto la famiglia Asmaoui. Rkia Hannaoui e il marito Lebdaoui vivevano con i loro due figli di 8 e 12 anni in quella campagna veneta da ormai 6 anni. La vita proseguiva placida tra gli impegni della scuola dei bambini e la routine casalinga di una mamma di 32 anni e l’umile e sacrificante lavoro di un padre.
Il proprietario dell’abitazione e colui che per primo è intervenuto in casa dopo il dramma si chiama Giacomo Stella. I due figli di Rkia lo chiamavano “nonno”. Quell’anziano signore i due bimbi l’avevano visto entrare nel capanno degli attrezzi dietro casa molte volte. Quel giorno hanno deciso di andare a vedere cosa ci fosse. Lì erano rimasti incuriositi dai quattro fucili appoggiati in un angolo, insieme a una pistola. Il 29 marzo intorno le 17.30 i due fratellini entrano nella rimessa degli attrezzi da soli. Volevano giocare “a fare la guerra”, come fanno spesso i bambini a quell’età. Così prendono la pistola, quella piccola, più gestibile per le loro mani. Il gioco inizia e termina poco dopo in tragedia.