Il caso di Laura Ziliani è ancora avvolto da diversi punti oscuri: improvvisamente spunta un dettaglio macabro sull’omicidio commesso a Temù.
Sul caso dell’ex vigile di Temù emergono nuovi dettagli. Per l’omicidio della donna, avvenuto a maggio 2021, imputate le figlie Paola e Silvia Zani, così come Mirto Milani, fidanzato della sorella maggiore. Ed è proprio da quest’ultimo che sarebbero arrivate dei nuovi dettagli sulla vicenda che ha sconvolto il piccolo paese della Val Camonica (provincia di Brescia). Un dubbio emerso in carcere che avrebbe messo in luce dei riscontri.

La donna di 55enne morta nel Bresciano fu ritrovata senza vita a distanza di due mesi dalla scomparsa. Mesi e mesi di continue ricerche, poi tragico ritrovamento. A distanza di anni dall’accaduto emergono dettagli inquietanti che aprono nuovi scenari. Bastano poche parole per far salire alla ribalta dei sospetti, nonostante le smentite effettuate a posteriori, con tanto di spiegazione al vaglio di chi indaga sul giallo di Temù (Brescia).
Omicidio Laura Ziliani, dubbi dopo la morte della donna | Di cosa si tratta
Il principale sospetto arriva direttamente da Milani che avrebbe parlato con un compagno di cella. Un dubbio sulla morte della donna, in particolare la possibilità di averla sepolta sulla parte asciutta del letto di un fiume Oglio quando era ancora viva. Si tratta di un particolare emerso durante il processo in Corte di Assise a carico dei tre imputati. Non si esclude la possibilità che la donna sia stata stordita da una grande quantità di benzodiazepine presente in un muffin.

L’ipotesi è che la donna fosse ancora viva durante il trasporto in automobile verso il luogo in cui è stato nascosto il cadavere di Laura Ziliani. Averla sepolta viva è l’argomento centrale discusso da Milani con un altro detenuto con il quale condividerebbe la cella del carcere. Il sospetto emerso sarebbe stato escluso, seppur in maniera parziale, dal medico legale Andrea Verzelletti: quest’ultimo è stato citato dal pm Bressannelli.
Il sospetto nasce comunque dalle confessioni di Milani, cosa successivamente ritrattata dallo stesso. Il 28enne avrebbe raccontato quanto accaduto durante il delitto. Gli inquirenti hanno parlato della morte di Laura Ziliani avvenuta per soffocamento, probabilmente con un sacchetto di plastica, il tutto legato ad un cavo elettrico. I consulenti di parte civile hanno invece parlato di “stabilire giorno e ora precisa della morte come questione impossibile. Riteniamo sia rimasta vittima di un’asfissia meccanica. Il sacchetto di plastica è lo strumento più compatibile“, hanno ribadito i consulenti Fabio Scarpari e Rossella Gottardi.
Le testimonianze dopo la scomparsa, i nuovi dettagli sulla vicenda
In prima istanza una operatrice di un Caf in provincia di Lecco ha parlato tempo fa di una donna che l’avrebbe contattata dicendo di essere la mamma del fidanzato di una giovane la cui madre era scomparsa a Temù, nel Bresciano. “Le ho detto che per effettuare l’operazione era necessario l’accertamento del decesso. Dopo un po’ di insistenza le ho consigliato di rivolgersi ad un avvocato“, ha ribadito la testimone ascoltata.

In un altro caso, invece, si sarebbe aggravata la posizione di Mirto Milani e ciò riguarderebbe la vicina di casa dell’ex vigile Laura Ziliani. La donna ha raccontato che i genitori di Mirto si sarebbero “accasati nell’appartamento della donna. Avevano portato in casa giacche e vestiti, hanno cambiato anche le tende. E una settimana dopo, quando i ragazzi sono scesi in città, ci sono rimasti da soli”, si legge nelle dichiarazioni riportate da donna e datate maggio 2021.
Gli scenari della morte della donna sono ancora tanti, alcuni punti da chiarire e una verità da accertare. Nel frattempo le figlie e il compagno della sorella maggiore restano in carcere, gravi le accuse a loro carico per la morte della 55enne.