La morte di Alice Neri è avvolta da un alone di mistero per quanto riguarda alcuni aspetti legati alle ore precedenti alla morte.
Mohamed Gaaloul e Alice Neri sarebbero rimasti da soli in una fascia oraria fra le 4 e le 5 del mattino, in quel lasso di tempo potrebbe essere accaduto di tutto. Le ipotesi vanno dalla lite alla colluttazione, passando anche per l’ipotesi “di un movente sessuale“.

A ribadirlo è il Tribunale di Bologna che ne ha parlato con una ordinanza di ricorso per il tunisino 29enne. Si tratterebbe in questo caso di un possibile tentativo di aggressione o di violenza.
Il caso
L’ordinanza di rigetto del ricorso del 29enne, arrestato in Francia lo scorso mese di dicembre, vede l’indagato doversi difendere dalle accuse di omicidio e distruzione di cadavere. Alice Neri è stata infatti trovata morta carbonizzata in auto a Concordia, in provincia di Modena, durante la notte dello scorso 18 novembre. La certezza di un movente ancora non ci sarebbe, ma “non appare qui elemento idoneo a scalfire il robusto quadro indiziario esistente a carico dell’indagato“, si legge nella nota.
Secondo gli investigatori, infatti, proprio Gaaloul sarebbe l’ultima persona a trascorrere del tempo con la donna. Insieme sarebbero saliti in auto, dopo l’uscita dal bar nel quale Alice Neri avrebbe trascorso la serata insieme ad un collega. “È colui che, infine, ha dato fuoco alla vettura col corpo della ragazza“, ribadiscono.

Decisiva sarebbe in questo caso la testimonianza di un amico di Gaaloul che lo avrebbe visto senza giubbotto e con gli abiti pieno di olio, probabilmente utilizzato come combustibile e acceleratore del rogo. Durante l’incidente probatorio, infatti, un ragazzo e altri due connazionali sarebbero stati ascoltati sulla questione legata al cittadino tunisino 29enne.
I giudici hanno infatti parlato di un “robusto quadro indiziario a carico di Mohamed Gaaloul“, uomo imputato come autore del delitto di Alice Neri. Il cittadino 29enne si trova attualmente in carcere dopo l’arresto avvenuto oltre i confini italiani. Proprio il tribunale ribadisce come l’uomo sia stato l’ultimo a trascorrere del tempo insieme alla donna, ancora da accertare ci sarebbero però diversi aspetti di una macabra vicenda.
La posizione di difesa e accusa
Non ci sarebbero anche prove sulla morte, causata da un mix di sostanze stupefacenti, così come invece ipotizzato dalla difesa dell’avvocato Roberto Ghini. “Non può dirsi dimostrato che quella mattina avesse assunto cocaina. Non è dato comprendere come si possa sostenere che l’indagato non sia fuggito“, ribadisce il tribunale alla luce di due tentativi di cattura per Gaaloul avvenuti all’estero.

Secondo Cosimo Zaccaria, difensore della famiglia di Alice Neri, emergerebbe “una situazione di gravissima gravità indiziaria, resa ancora più evidente dagli esiti confermativi dell’incidente probatorio“. Proprio il Tribunale del Riesame avrebbe “rimarcato l’assenza sull’uso di stupefacenti da parte di Alice, circostanza questa che impone maggior rispetto alla sua memoria“.