Milano, neonato abbandonato davanti all’ospedale a Pasqua

Sta bene, si chiama Enea, la madre lo ha abbandonato davanti all’ospedale con una lettera

Un bimbo di pochi giorni di vita, un maschio, è stato abbandonato al Policlinico di Milano dalla madre con una lettera: “Il bimbo è supersano, tutti gli esami sono OK. Gli voglio molto bene ma non sono in grado di occuparmi di lui”.

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La ‘culla per la vita’ della Clinica Mangiagalli di Milano – Credits ANSA (QNM)

Una notizia che non è di particolare attualità. Ma che se non altro può portare all’attenzione delle persone un servizio importante e non molto conosciuto.

Milano, il neonato affidato alla Mangiagalli

“Per la verità non molti conoscono la Culla della vita – spiega Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano – ma in ospedale si può partorire in anonimato, per la sicurezza di mamma e bambino. Inoltre esistono le Culle per la Vita. La nostra si trova all’ingresso della Clinica Mangiagalli e permette di accogliere in totale sicurezza un bimbo che i suoi genitori purtroppo non possono tenere con sé. Si tratta sempre  una decisione drammatica. Ma la Culla consente di affidare il bambino a una struttura dove gli sono garantite le prime cure immediate e che preserva l’assoluto anonimato per i genitori”.

Benvenuto Enea

Il bimbo si chiama Enea, al momento di essere accolto in ospedale pesava due chili e sei. Accanto al bambino la mamma ha lasciato una lettera: Ciao, mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile”.

I due bimbi affidati alla struttura, due maschi – Mario nel 2012 e Giovanni nel 2017 – sono stati adottati. Tuttavia il direttore di Neonatologia, il dottor Fabio Mosca, non analizza la notizia con ottimismo: “Il nostro tentativo è sempre quello di arrivare prima, di assistere la madre in difficoltà fin dalla sua gestazione. Dunque se succede una cosa del genere significa che siamo arrivati tardi. Ma se non altro la Culla per la Vita accoglie il bimbo e aiuta la mamma in una scelta che è sempre drammatica, e lo fa in piena sicurezza”.

Dalla ruota alla culla termica

La Clinica Mangiagalli ha creato la Culla per la Vita già nel 2007. A oggi questo è il terzo bambino di cui si occupa il reparto neonatale del Policlinico. Una volta fuori da conventi, chiese e ospedale c’era la cosiddetta ‘ruota’ con la quale le madri in condizioni di difficoltà affidavano a una probabile adozione i propri figli naturali.

La Culla per la Vita è costituita da un piccolo vano visibile immediatamente all’esterno della struttura. All’interno il piccolo vano, riscaldato, è direttamente collegato al reparto. Esiste anche una culla portatile per trasferire il neonato, monitorato, sotto controllo e a temperatura costante, verso le cure dell’ospedale.