La strage in mare dei migranti avvenuta a 150 metri dalla costa Calabra segna un bilancio catastrofico nel numero delle vittime. Accertati ad ora 62 morti. Intanto fermati due presunti scafisti responsabili del naufragio
Il mare inghiotte inesorabile i corpi della gente, non importa se siano bambini, donne o uomini, il mare non fa sconti, né si preoccupa dei sogni di chi, senza nulla in tasca scappa da paesi in guerra alla ricerca di un po’ di pace. Ne è un esempio la strage avvenuta ieri lungo le coste crotonesi, in Calabria, quando un’imbarcazione a meno di 200 metri dalla riva si spezza in due lasciando cadere nella acque agitate chi sperava di trovare salvazione.

Ma la colpa, in tutto questo, non è della natura. No, il responsabile è sempre l’umano che pur di accaparrarsi due soldi, non si preoccupa dell’incolumità della povera gente e arrogante sfida la natura impetuosa. Il mare in bufera non ha lasciato scampo: si contano, al momento, 62 morti dal naufragio del peschereccio partito dalla Turchia.
Gli scafisti hanno seguito una rotta non coperta dalle Ong. E dinanzi al mare in tempesta, il risultato è stato catastrofico. Potrebbero essere 100 le persone morte. A bordo circa 180 migranti. I sopravvissuti finora sono 79. Intanto, dopo il naufragio le autorità hanno fermato due persone, ritenuti i presunti scafisti colpevoli dell’avvenuta strage.
Strage migranti, sale il numero delle vittime: 62 morti e 79 sopravvissuti
Nel naufragio avvenuto al largo delle coste di Steccato di Cutro, a 20 chilometri da Crotone sul peschereccio guidato da gente senza scrupoli c’erano almeno 180 migranti. I cadaveri recuperati in mare e sulle spiagge salgono a 62: tra questi ci sono 13 bambini e 33 donne. Nel frattempo, nella notte, come riporta l’Adnkronos, sarebbe stato fermato anche un secondo presunto scafista responsabile della strage in mare davanti alle coste di Steccato, a 20 chilometri da Crotone.

L’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma le informazioni giunte da chi sta indagando sul caso parlano anche di altri due uomini di nazionalità turca e pakistana che avrebbero avuto un ruolo nella traversata.
Secondo una prima dinamica effettuata dagli investigatori, il barcone è partito il 23 febbraio scorso, ovvero giovedì mattina da Izmir (Turchia). A bordo 180 cittadini di origine iraniana, afgana, siriana e irachena. Bambini, adulti e ragazzi che per il viaggio avevano pagato circa 2.500 euro. Ma giunta in prossimità delle rive calabresi, l’imbarcazione di fortuna si è imbattuta su una secca, spezzandosi in due.
Il punto sulla tragedia: come procedono le ricerche
Dalla telefonata di allerta alla centrale operativa della capitaneria di porto di Crotone arrivata alle 4:00 della mattina di ieri, domenica 26 febbraio, le ricerche sono subito partite e proseguite per tutta la notte. Due motovedette della Guardia costiera hanno setacciato tutta la zona supportati anche dal lavoro dei Vigili del fuoco. Giunti anche i sommozzatori da Messina ma per ora nessun sopravvissuto oltre i 79 già recuperati è stato ritrovato.

Nel frattempo, la Procura di Crotone ha aperto un’inchiesta. Le ipotesi sono di omicidio, disastro colposi nonché favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I sopravvissuti, al momento risultano essere 79: di questi 28 sono afghani, 16 pakistani, e i restanti provengono dall’Iran, dalla Somalia e dalla Palestina. Chi è scampato al disastro è stato portato d’urgenza nell’ospedale di Crotone poi trasferiti nella serata di ieri nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, con l’assistenza di un team di psicologi.
Se il cordoglio per le vittime ha colpito l’Italia intera, il governo e la maggioranza, che proprio nella scorsa settimana hanno trasformato in legge il cosiddetto decreto Ong. ovvero il provvedimento sulla gestione dei flussi migratori che ha l’obiettivo di regolamentare l’azione delle navi delle Organizzazioni non governative nel Mediterraneo, introducendo nuove regole per il salvataggio dei migranti in mare. La Premier Giorgia Meloni, a seguito della strage avvenuta ieri ha dichiarato: “E’ criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 con quasi 200 persone a bordo. Il governo è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie”.