Migranti, dal decreto Cutro al numero di arrivi in Italia nel 2023

L’Italia continua a soccorrere e montatore l’emergenza migranti in arrivo nel Paese: i numeri rispetto agli ultimi due anni sono triplicati. 

L’emergenza migranti preoccupa principalmente l’Italia e anche gli altri Stati nei quali il numero di persone in arrivo è praticamente ogni giorno sempre più alto. La situazione è in divenire e adesso anche il Paese guidato da Giorgia Meloni iniziare a muovere i primi passi.

Migranti tragedia
Numeri in aumento per gli sbarchi in Italia, cosa emerge sulla questione migranti (ANSA)

Dopo la tragedia di Cutro, evento che ha causato oltre 70 vittime, l’intenzione è quella di porre un freno agli sbarchi, con tanto di pene più severe in caso di morti e feriti di vario genere durante la traversata. Dalle pene severe contro chi sfrutta l’immigrazione clandestina ad una catena di montaggio sempre più celere, specialmente visto l’arrivo di migliaia di persone da inizio anno. Dati in forte crescita, addirittura triplicati rispetto allo scorso anno.

I numeri in Italia

I dati parlano chiaro e rispetto al 2021 e 2022 i dati del nuovo anno mostrano numeri in netto aumento. Seguendo i dati dal primo gennaio al 10 marzo 2023, infatti, i migranti sbarcati in Italia toccano quota 17.592: un anno prima erano 5.976, nei due anni precedenti 5.995.

Migranti sbarchi
Uno degli ultimi sbarchi avvenuti a Lampedusa, soccorsi della Guardia di Finanza (ANSA)

La tragedia di Cutro è una delle ultime tragedie, avvenute non lontano dalle coste calabresi, che si aggiunge a quella di Lampedusa del 2013. Decine di vittime fra bambini, donne e uomini. Per porre rimedio a quanto accaduto il Governo guidato da Giorgia Meloni sta pensando ad un piano apposito.

Cosa cambia con il decreto firmato a Cutro

Durante l’ultimo Consiglio dei ministri è stato approvato il decreto che muove una stretta contro gli scafisti. Per i trafficanti di migranti è previsto una pena fino a 30 anni di carcere, qualora dovessero esserci morti durante il tragitto in mare.

Il trasporto o l’ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante, è punito con la reclusione da venti a trenta anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone“, si legge nel decreto.

Accelerati anche i corridoi umanitari, già 617 quelli con persone arrivate in Italia attraverso questa procedura. Si tratta di dati inequivocabili che arrivano in un lasso di tempo ridotto, così come dichiarato dallo stesso ministro Matteo Piantedosi. Nei primi sei mesi, in accordo con la Commissione Europea, ci sarebbe intenzione di accoglierne circa altri 1.500.

Guardia Costiera
Guardia Costiera e i soccorsi dei migranti (ANSA)

Si tratta di un reato che l’Italia avrebbe deciso di perseguire anche fuori dai confini nazionali. Anche con la morte di una sola persona, infatti, si potrebbe così applicare la reclusione in carcere da 15 a 25 anni. In caso di lesioni gravi o gravissime, invece, la pena andrà da 10 a 20 anni. Previsto anche il potenziamento dei Centri di permanenza per i rimpatri.

Si tratta di realizzazione questo tipo di strutture fino al 31 dicembre 2025, anche in “deroga ad ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea“.

Il decreto flussi dovrebbe diventare quindi di natura triennale (dal 2023 al 2025). Con questo nuovo provvedimento, infatti, sono in programma 83mila ingressi regolari in Italia per motivi di lavoro. Semplificati di fatto anche gli adempimenti burocratici per chi entrerà legalmente in Italia. Al lavoro uffici diplomatici per esaminare direttamente sul posto le domande in esame, tutto in collaborazione con gli altri Paesi, avendo già un accordo con il Governo italiano.

La mossa dell’Europa

Anche Ursula von der Leyen si è mossa in tal senso e ha annunciato lo stanziamento di 500mila euro, dal 2023 al 2025, come risposta per il reinserimento di 50mila migranti in Europa. Proprio a tal proposito fonti di Palazzo Chigi hanno confermato “grande soddisfazione per le parole“, in riferimento a quanto dichiarato dal presidente della Commissione Europea.

L’ultimo Consiglio europeo ha comunque fatto registrare un importante cambio di passo, nel prossimo incontro del 23 e 24 marzo bisognerà concretizzare e fare emergere “atti concreti“, ribadiscono fonti politiche.