L’ONU ha resto i dati di un documento che ricostruisce gli incidenti e il numero delle vittime tra i migranti nel Mediterraneo
Secondo il rapporto ufficiale dell’ONU sono almeno 400 i migranti deceduti nelle acque del Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste europee. Oltre 400 vittime in tre mesi, dal primo gennaio alla fine di marzo.

Dati ufficiali approssimati per difetto. Perché non tutti i corpi sono stati recuperati. E forse nemmeno tutti gli incidenti sono stati individuati. Ma che sono estremamente vicini alla verità.
Migranti, dati gravi ma incerti
Si tratta del più alto numero di vittime da sei anni a questa parte. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (la IOM) ha documentato 441 morti di migranti in tre sulla rotta migratoria più mortale del mondo. Tra le cause delle morti viene citato il ritardo nei soccorsi e in qualche caso la totale mancanza di azioni mirate di salvataggio.
“Si tratta di una crisi umanitaria persistente, una emergenza che sta diventando intollerabile – ha affermato il direttore generale dell’OIM Antonio Vitorino – e se parliamo di oltre 20mila morti in meno di dieci anni vuole dire che non ci sono stati progressi. E che gli sforzi delle istituzioni non sono sufficienti”.
La rotta dei disperati
La rotta più battuta con barconi molto spesso danneggiati e sovraffollati o con piccoli gommoni è quella che arriva dalla Libia e dall’Egitto. A spingerli verso una traversata in pieno inverno, e rischiosissima nonostante le condizioni del mare possano essere accettabili, sono il sogno di una vita migliore in Europa. Alcuni di loro pagano anche fino a 5mila euro pur di partire impegnando tutto quello che hanno.
Il naufragio al largo della Calabria a fine febbraio è uno dei disastri più drammatici di sempre: 72 morti.