Minacce non così velate per il difensore d’ufficio di Matteo Messina Denaro: la denuncia dell’avvocato Calogero Montante dopo quanto accaduto. Cosa emerge sulla telefonata anonima.
Calogero Montante è il legale che ha parlato di una telefonata anonima, ricevuta di recente, dopo la decisione di rifiutare la difesa di Matteo Messina Denaro per il processo sulle stragi di Capaci e Via D’Amelio.

Il boss deve infatti subire un nuovo processo dopo la lunga latitanza che si è conclusa lo scorso mese di gennaio a Palermo, nei pressi di una clinica privata. L’uomo aveva preso l’identità di tale Andrea Bonafede, a distanza di mesi le altre novità sul caso.
Cosa è accaduto
L’avvocato ha presentato denuncia contro ignoti, ma dall’altro lato si sarebbe parlato di una telefonata senza alcuna minaccia. Fatto sta che Montante ha ribadito di aver ricevuto un messaggio intimidatorio, da qui la richiesta di aprire le indagini. Il legale è l’avvocato designato dalla Corte d’Assise di Caltanissetta per ricorrere alla difesa di Messina Denaro, imputato per le stragi che provocarono la morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino fra maggio e luglio 1992.
A riportare la notizia è la Repubblica di Palermo. Ciò sarebbe accaduto dopo il rifiuto di ricoprire l’incarico per la difesa del boss Matteo Messina Denaro. Nell’arco della telefonata, così come ridato dall’avvocato, avrebbe ricevuto una minaccia della serie “Perché non hai difeso Matteo? Vuoi morire?“.

Il tono indicato da Montante sarebbe stato giudicato come minaccioso, da qui la richiesta dell’avvocato di fare luce su quanto ribadito. L’altra versione, riportata da Palermo Today, parla invece di un interlocutore anonimo che gli avrebbero detto “vuoi morire“, ma alla la risposta sarebbe stata “nun ti preoccupari” (non ti preoccupare).
Tutto risale allo scorso sabato 11 marzo 2023, precisamente alle ore 14, così come ribadito dall’avvocato nel corso di una telefonata intercorsa con un soggetto annomino. Sul caso indaga la Squadra Mobile di Agrigento che ha avviato le indagini per fare luce sulla vicenda.
Era il sostituto della nipote
Montante sarebbe stato indicato come il sostituto dell’avvocato Lorenza Guttadauro, nipote del boss e figlia di Rosetta Messina Denaro, sorella del padrino arrestata lo scorso 3 marzo. Avrebbe rinunciato all’incarico, dopo aver chiesto e non ottenuto la possibilità di avere più tempo per leggere le carte del complesso e intricato processo a carico dello zio.
Proprio per questo, in via d’ufficio, la scelta è ricaduta sull’avvocato Calogero Montante di Canicattì. Il legale ha invece riscontrato “l’inopportunità di svolgere l’attività difensiva perché quattro anni prima aveva svolto le funzioni di vice procuratore onorario presso la Procura di Palermo. Aveva inoltre in passato difeso Vincenzo Scarantino nel procedimento penale ‘Borsellino quater’ che è pendente davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta“.

Intanto l’avvocato ha denunciato quanto accaduto. La Procura di Palermo indaga per risalire all’autore della telefonata, così da aprire nuovi scenari in merito alle presunte minacce subite di recente. Carabinieri e polizia lavorano e puntano anche a proteggere il legale con un cordone di vigilanza necessario dopo quanto denunciato dal legale nominato d’ufficio.
Lo scorso 18 gennaio, a distanza di due giorni dall’arresto, l’avvocato penalista e nipote di Messina Denaro avrebbe chiesto un termine per studiare tutti gli atti processuali sulle stragi avvenute nel 1992. I diversi impegni, fra cui le visite allo zio che si trova nel carcere di L’Aquila, non le avrebbero invece consentire di approfondire la vicenda.
Il boss si trova al 41-bis e dovrà difendersi con un nuovo avvocato d’ufficio. Non si tratta di una novità, cosa già prevista dopo il rifiuto della nipote Lorenza Guttadauro. Adesso spunta anche quello di Montante. Un processo sicuramente complesso e con tempo insufficiente, a detta della nipote, per studiare tutte le carte. In primo grado Messina Denaro è stato già condannato all’ergastolo, durante la scorsa udienza ha però deciso di non partecipare, seppur in videoconferenza.