Matteo Messina Denaro, il procuratore capo di Palermo sbotta contro i social | Il punto sulle indagini

L’arresto di Matteo Messina Denaro ha dato il via a numerosi racconti, con tanto di retroscena: la stoccata del procuratore capo di Palermo non lascia dubbi. A che punto sono le indagini dopo la cattura del boss siciliano. 

Matteo Messina Denaro è l’ultimo degli autori delle strage degli anni novanta arrestato di recente nelle vicinanze di una clinica privata di Palermo. L’uomo è attualmente rinchiuso in carcere, ma a distanza di giorni dalla vicenda emergono nuovi dettagli e qualche commento non proprio distensivo della magistratura. Parole forti che rispecchiano un certo nervosismo vissuto in queste settimane dopo aver letto di tutto, anche sui social network.

Matteo Messina Denaro indagini latitanza
Diversi punti oscuri sulla latitanza di Matteo Messina Denaro

La questione delle indagini è centrale, accuse non troppo velate, arrivano direttamente da un esponente importante come Maurizio De Lucia, capo della Procura di Palermo. Una figura di primo ordine della giustizia siciliana che ha parlato con franchezza ai giovani studenti durante un incontro formativo.

Matteo Messina Denaro, dopo l’arresto spuntano nuovi dettagli

A parlare dell’arresto di Matteo Messina Denaro ci ha pensato Maurizio De Lucia, attuale capo della Procura di Palermo. Ha spiegato alcuni nuovi dettagli a distanza di giorni dalla cattura. Si tratta di un esponente importante della giustizia palermitana che ha incontrato centinaia di studenti della scuola “Gonzaga. Ed è proprio dalle sue parole che è partita l’analisi di un sistema da modificare in tutto e per tutto. Le polemiche si riferiscono all’utilizzo dei social e ciò che è stato scritto in rete dopo la cattura del boss. De Lucia risponde in particolare aitanti che avrebbero ipotizzato una cattura quasi studiata a tavolino.

Matteo Messina Denaro
Proseguono le indagini sul caso di Matteo Messina Denaro

Da noi è sempre così, se si vincono i campionati del mondo di calcio è perché qualcuno ha comprato la partita. C’è gente che non fa indagini da dieci anni e viene a dirci come si fanno. Questo è un Paese strano: un minuto dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro già c’erano i murmurii. ‘Si è fatto prendere’, ‘Non era più lui“, ha spiegato De Lucia parlando con studentesse, studenti e personale scolastico presenti all’interno dell’istituto di Palermo.

Sono passate quasi tre settimane dalla cattura del boss accusato di essere uno dei mandanti delle stragi durante le quali morirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Espressa grande perplessità per le parole, rilanciate da tanti cittadini, in merito all’arresto “farsa” del boss attualmente in cura per un tumore. “Non è un Paese in grado di restare unito e di festeggiare i successi. Non c’è stato neanche il tempo di festeggiare quello che è un successo per lo Stato che già erano iniziate le dietrologie“, ha ribadito il procuratore capo di Palermo.

Il punto sulle indagini

Le indagini procedono per analizzare gli anni della lunga latitanza di Messina Denaro. Gli investigatori tra gli altri stanno concentrando parte delle indagini su una indicazione arrivata da alcune intercettazioni. Gli elementi preziosi riguarderebbero alcuni parenti del boss. Al centro della vicenda ci sarebbe un accenno alla questione delicata della malattia, di qui la scelta di seguire la pista sul fronte sanitario. Emergono anche questi dettagli a distanza di giorni dallo scorso 16 gennaio, data storica per il nostro paese, quella in cui il boss è stato arrestato nella clinica La Maddalena di Palermo.

Latitanza Matteo Messina Denaro immagini
I cambiamenti di Matteo Messina Denaro nell’arco degli anni

Ci sarebbe anche la possibilità di una presunta operazione avvenuta all’estero, poi la decisione di affidarsi al personale sanitario siciliano. La scoperta del tumore avrebbe di fatto modificato le strategie del boss, cosa fino a quel momento nascosta per evitare di essere rintracciato. Fatto sta che gli accertamenti sui fiancheggiatori si estendono oltre i confini nazionali, varcando diversi Stati in Europa.

Tra le questioni da accertare  dove gli abbiano diagnosticato il cancro, ma sulla questo vige ancora grande riserbo. E ancora, chiarire il percorso clinico-sanitario di Matteo Messina Denaro. Ad un certo punto, dopo anni di vita nell’ombra, il boss avrebbe così deciso di curarsi, seppur sotto il falso nome di Andrea Bonafede, l’uomo che avrebbe ricevuto prescrizioni farmacologiche e visite specialistiche da un dottore siciliano. Intanto l’attività investigativa non si ferma e continua la caccia a possibili nuovi nascondigli/bunker, frequentati dal boss, utili per le indagini.