Sta diventando un vero e proprio evento mediatico il caso della Madonna di Trevignano e della veggente Gisella Cardia
Il caso della Madonna di Trevignano, che appare a una veggente e dispensa miracoli sempre attraverso la donna – Gisella Cardia – sta diventando un vero e proprio caso nazional-popolare.

Fa discutere anche l’analisi ematica delle lacrime di sangue comparse sul volto della Madonna, risultate compatibili con il DNA di sangue di maiale.
Madonna di Trevignano, Gisella parla in TV
Dopo essere rimasta in silenzio per molti giorni, senza avere mai accettato alcuna intervista, Gisella Cardia ha parlato sia con Bruno Vespa nella rubrica Cinque minuti, sia su Pomeriggio Cinque spiegando la sua verità.
Gisella ha anche parlato delle lacrime di sangue comparse sul volto della Madonna: “Non ho alcun problema a mostrare a inquirenti o a chi le vuole analizzare il volto di altre Madonnine che hanno lacrimato. Non erano mie quelle statuine, se i proprietari accettano non c’è alcun problema. E anche se fosse la mia la fare analizzare subito per dimostrare che non c’è alcun trucco”.
Gisella compare in molte foto con guanti che coprono le stimmate: “Mi hanno chiesto di mostrarle ma non sono cose che si fanno vedere in televisione con leggerezza. Decideranno la curia e il vescovo. I medici che mi hanno visitata erano persone competente e ho accettato di mostrarle a loro. Sono cose che vengono da Dio e bisogna avere rispetto…”
Pro e contro
In televisione anche Nadia, un’amica della veggente che avrebbe assistito al miracolo della pizza. Pochi tranci di una teglia da asporto per quattro persone che ne avrebbero sfamate una ventina che si trovavano a casa di Gisella Cardia dopo una serata di preghiera. Nadia ha anche raccontato di una inspiegabile guarigione della figlia, che oggi ha 11 anni, avvenuta dopo la recita del rosario e l’imposizione delle mani della veggente sulla bimba.
In compenso un’altra donna ha raccontato di avere saputo che la donna l’aveva definita “il suo primo miracolo” perché era guarita da una cisti ovarica, sparita in realtà dopo una breve cura ormonale prescritta dal suo ginecologo. Spuntano anche altre testimonianze di fedeli che sostengono che la donna avrebbe venduto rosari chiedendo donazioni di 50 o 100 euro per fissare appuntamenti con fedeli che la vorrebbero incontrare.

Le indagini di curia e procura
Intanto proseguono le indagini della Procura di Civitavecchia e della Commissione diocesana di Civita Castellana, chiamate a far luce sulla vicenda.
Smentita invece una procedura cautelare nei confronti del marito della donna, che sarebbe stato semplicemente richiesto da un investigatore privato che sta seguendo una vicenda legata ad alcune donazioni alla veggente e al marito che tuttavia hanno sempre smentito di avere ricevuto denaro.