Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci sono l’ambasciatore italiano e il carabiniere morti nel 2021 in Congo: a distanza di mesi dall’agguato è il momento del processo in Africa. Cosa emerge fra condanne e sospetti sul triplice delitto (morì anche l’autista del mezzo).
Tre vittime durante l’agguato e tanta paura per un convoglio che sarebbe dovuto passare dalla zona apparentemente in condizioni di assoluta sicurezza, ma che si trasformò in una trappola mortale. Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo trovarono invece la morte in quel passaggio piena di vegetazione.

Sono passati oltre due anni dall’attacco armato che uccise due connazionali italiani e un cittadino del posto. Un agguato in piena regola, avvenuto in una zona fitta e piena di vegetazione, che non lasciò scampo ai protagonisti.
La vicenda
L’agguato avvenuto il 22 febbraio 2021 colpì il convoglio del World Food Programme e uccise l’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo. Il convoglio delle Nazioni Unite partì da Goma, sulla riva del lago Kivu (Repubblica democratico del Congo), diventando oggetto di un assalto da parte di uomini armati.
Tutto accadde in una strada dalla fitta vegetazione, un’area giudicata poco sicura e sotto il controllo di gruppi armati e dei ribelli. In quella zona, infatti, ci furono in passato numerose imboscate proprio contro l’Organizzazione delle Nazioni Unite. A ricostruire la vicenda furono due testimoni oculari, con tanto di particolari sulla dinamica dell’attacco armato.

Entrambi sono indagati dalla Procura di Roma per omessa cautela: non avrebbero messo in campo le misure per garantire sicurezza e incolumità ad ambasciatore e convoglio. Nonostante la collaborazione con il Dipartimento di sicurezza delle Nazioni Unite e la Procura di Roma, però, sono emerse difficoltà con i magistrati che si sarebbero scontrati con l’Onu e i silenzi sulla vicenda.
Le condanne
Il Tribunale di La Gombe ha emesso una sentenza di condanna con carcere a vita (inizialmente la richiesta era la pena capitale). In carcere i presunti assassini delle tre persone uccise durante l’agguato: ergastolo per Murwanashaka Mushahara André, Issa Seba Nyani, Bahati Antoine Kiboko, Amidu Sembinja Babu (alias Ombeni Samuel) e Marco Shimiyimana Prince.
L’ambasciatore italiano, il carabiniere della scorta e l’autista morirono a Goma nel 2021 durante un agguato. Un processo pieno controversie che non sarebbero state mai chiarite in Congo, il processo italiano seguirà invece l’udienza programmata per il prossimo 25 maggio (accusa di “omesse cautele“).

Cinque gli imputati arrestati, il sesto Ikunguhaye Mutaka Amos alias “Asperant” è ancora in fuga. Tutti gli imputati hanno ascoltato con grande attenzione la lettura della sentenza ed esultato visto che il rischio era quello di pena capitale (morte). Al contempo la Corte li ha condannati all’ergastolo e al risarcimento da destinare allo Stato italiano pari a 2 milioni di dollari.
A loro carico pendevano le accuse di omicidio, associazione per delinquere e detenzione illegale di armi e munizioni da guerra. Hanno prima confermato le accuse a proprio carico per poi ritrattare tutto, parlando di costrizione dovute da presunte torture subite pur di confessare quanto accaduto. Sta di fatto che in Congo il processo era iniziato lo scorso 12 ottobre, ora la conclusione con la condanna all’ergastolo e il sospiro di sollievo per gli indagati: il rischio era quello della pena di morte.