Julia Ituma, oggi i funerali: il mondo dello sport fa autocritica

Sono tantissimi i messaggi di cordoglio da parte di chi ha giocato con e contro di lei e quasi tutti quelli che oggi parlano di Julia Ituma e della sua tragica morte, fanno autocritica

La morte di Julia Ituma sembra lasciare sempre meno spazio ai dubbi. Prende il sopravvento, se non la consapevolezza, una certa rassegnazione. Un grande senso di impotenza.

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Julia Ituma con la maglia della Igor Novara – Credits Lega Volley (QNM)

Nessuno vuole pronunciare la parola ‘suicidio’. Ma tutti gli amici e le compagne di squadra di Julia raccontano aspetti della sua vita che lasciano intendere che qualche peso nella vita di questa ragazza di 18 anni c’era. Peso che lei non ha mai voluto condividere con nessuno.

Julia Ituma, si fa strada la tesi del suicidio

Ed è proprio questo su cui il mondo dello sport, apparentemente una bolla nella quale ci si dovrebbe sentire tutelati, protetti e difesi, si interroga. Se un atleta si fa male, si strappa, si rompe c’è la corsa alla cura, alla diagnosi e al recupero. Ma gli atleti sembra quasi che non abbiano alcun diritto di mostrare le proprie fragilità: che a 18 anni possono diventare problemi insormontabili e terrorizzanti.

Julia Ituma evidentemente era alle prese con tante insicurezze e chi ha giocato con lei e contro di lei oggi si interroga. Forse anche questa volta lo sport, con tutte le sue tutele e attenzioni non è stato abbastanza attento. Perché non sempre si sente gridare aiuto. A volte bisogna capire, intuire, anche da piccoli segnali che c’è qualcosa che non va.

“Non ti ho capito abbastanza”

Tra i numerosi post comparsi ieri on line, molto toccante è quello di Virginia Adriano, ragazza poco più grande di Julia, sua compagna nel Club Italia e nella Nazionale Under 19 che ha vinto l’Europeo. Virginia come tanti altri fa autocritica: “Forse non ho fatto abbastanza, forse non ti ho capito abbastanza, forse non ti ho mai ascoltata abbastanza. Parlavi dei problemi soprattutto quelli degli altri. E dei tuoi poco, mai abbastanza. Se ora sei felice va bene così. Qui non lo eri e se sorridi… sorriderò anche io”.

Bellissimo anche il post di Sara Bonifacio, centrale della Igor Novara che si rivolge a Julia con il suo soprannome, Tituz: “Si fa presto a dire non è colpa di nessuno. In realtà è colpa di tutti. C’è bisogno di tempo per capire e accettare quello che è successo. Ora voglio sedermi a riflettere e vorrei che lo facessero tutti. Un esame di coscienza per capire come agiamo nei confronti degli altri. Spero che ora tu sia libera di trovare la tua pace”.

Oggi i funerali, domani in campo

I funerali di Julia Ituma si terranno oggi alle 11 a Milano, nella parrocchia di San Filippo Neri, la stessa dove aveva iniziato a muovere i suoi primi passi di atleta con la squadra dell’oratorio. Le sue compagne di squadra saranno presenti al completo dopo un dolore devastante che sarà difficile da capire e ancora più difficile da elaborare. Ma domani dovranno giocare la prima partita dei play off. Tante le rappresentanze delle altre squadre di Serie A femminile e di tutti i club nazionali di pallavolo.

Il campionato domenica si è fermato per un minuto di riflessione. Ma questa tragica morte fa pensare. Soprattutto su quanti altri atleti ci possano essere che silenziosamente soffrono in silenzio senza chiedere aiuto.