Pensava che la sua fidanzata fosse in overdose e ha continuato a somministrarle stupefacenti. In realtà la giovane donna aveva una polmonite che l’ha uccisa in tre giorni. L’uomo è stato rinviato a giudizio, pesantissime le accuse nei suoi confronti
Una di quelle storie che non vorresti mai raccontare, perchè non dovrebbero essere mai accadute e che ora attendono solo l’esito della sentenza dei giudici. Portato alla luce questa mattina sulle pagine de Il Messaggero, questo è il dramma di una giovane donna che sarebbe stata lasciata morire, per possesso, per la mania del controllo.

Nella vicenda c’entra la droga, c’entrano gli abusi. Poi quello che pesa è però l’epilogo drammatico: una ragazza è morta e il suo fidanzato invece riteneva si trattasse di overdose. E allora l’uomo avrebbe continuato a somministrarle sostanze stupefacenti per renderla incosciente.
Muore di polmonite in 3 giorni, il compagno le dava droga. Rinviato a giudizio, pesanti le accuse a suo carico
Quando ha tentato di rianimarla ha pensato di buttarla sotto l’acqua gelata. La sua fidanzata invece era affetta da polmonite. Una polmonite che le ha cancellato l’esistenza in 72 ore. Il suo compagno non ha pensato di allertare i soccorsi, al contrario avrebbe proseguito nel scattarle foto che poi avrebbe inviato ai loro amici chiedendo come comportarsi. Chi ha indagato ha inoltre trovato ricerche su Google di questo tenore, che non lasciano spazio ad interpretazioni : “Cosa fare in caso di overdose“.
Tutti questi elementi hanno portato la Procura ad accusare Fausto Chiantera, questo il nome dell’uomo che ha 43 anni, di omicidio volontario nel processo per il quale è imputato. Il rinvio a giudizio è arrivato dopo la richiesta dei pm che gli contestano anche la cessione di stupefacenti, oltre all’accusa di lesioni e maltrattamenti che sarebbero andati avanti dal febbraio del 2020 al 18 gennaio del 2022, ovvero quando la donna è morta e Chiantera è stato arrestato. Qual è il quadro nel quale inserire la tragedia? Cosa faceva l’uomo nei confronti della sua fidanzata? Cosa hanno scoperto investigatori e inquirenti e cosa cercheranno di provare durante il processo?
Per i pm l’imputato era ossessivo e violento
Pare che Chiantera fosse un uomo ossessivo e anche violento, che controllava gli spostamenti della vittima. L’avrebbe addirittura costretta ad usare un unico telefono e le chiamate sarebbero state registrate. L’uomo avrebbe isolato la compagna da amici e familiari, insomma una di quelle relazioni pericolose, tossiche di cui ogni giorno la cronaca riporta i dettagli. Sembra che addirittura l’imputato avrebbe minacciato la donna di diffondere video dal contenuto sessuale. L’avrebbe minacciata di morte. Le carte processuali raccontano una escalation di violenze, abusi, vessazioni arrivate al punto da dare, senza prescrizioni, psicofarmaci alla giovane donna. Era questo il modo per renderla dipendente da lui.

E cosa ancora più scioccante, Chiantera l’avrebbe tenuta lontano dalla figlia. Poi arriviamo al drammatico culmine degli eventi. Il 15 gennaio del 2022 l’imputato avrebbe organizzato una festa a base di droga. Si doveva festeggiate il compleanno della donna. I due avrebbero assunto eroina. Secondo quanto scritto oggi da il Messaggero nel capo di imputazione, ecco cosa sarebbe contenuto a proposito delle azioni dell’uomo “si sarebbe limitato “a buttarla a testa in giù dentro il vano doccia, spogliandola e mettendo in lavatrice i suoi vestiti, facendole poi assumere cocaina e sostanze psicotrope”
Il processo inizierà ad aprile
Ma non solo. Il comportamento dell’imputato viene ulteriormente descritto così, avrebbe lasciato la fidanzata “in uno stato di incoscienza e di agonia per più giorni e fino al decesso, avvenuto per una broncopolmonite massiva bilaterale, che subito segnalata poteva essere trattata con successo”. Soltanto dopo la morte della donna, il 43enne si sarebbe deciso a chiamare il 112. Quali sono dunque le pesanti accuse comprese le aggravanti contro Chiantera? Avere commesso il reato per nascondere la cessione di stupefacenti, i maltrattamenti e le lesioni, di avere agito contro una convivente, di aver approfittato del suo stato di incoscienza. Ora l’imputato dovrà difendersi davanti alla Corte d’assise: il processo inizierà in aprile.