Il delitto di Francesco Pio Maimone è accaduto durante una serata fra amici Napoli: la Squadra Mobile del capoluogo campano ha parlato anche di omertà durante le indagini.
La Squadra Mobile di Napoli, nelle vesti di Alfredo Fabbrocini, ha raccontato quanto accaduto dopo l’omicidio di Francesco Pio Maimone. Il ragazzo di 18 anni è stato ucciso da un colpo di pistola esploso fra la folla mentre stava consumando delle noccioline in compagnia di due amici.

Tuttavia, però, ci sarebbe stato un problema anche sul fronte investigativo, almeno inizialmente. “Come sempre accade ci sono state testimonianze determinanti, ma c’è stata anche molta omertà. Quando muore un ragazzo di 19 anni c’è l’obbligo morale anche per il criminale di raccontare quello che è successo. Ma non tutti hanno avuto questa accortezza“, ha ribadito Fabbrocini parlando con la stampa.
Dettagli sull’omicidio di Napoli
Francesco Pio Maimone è il giovane ucciso da alcuni colpi di pistola fatali esplosi contro intorno alle ore 2.30 del mattino dello scorso 20 marzo. Nulla da fare per il ragazzo arrivato in gravissime condizioni all’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli. Il ragazzo di Pianura è stato colpito vicino una chalet a Mergellina durante una serata trascorsa con amici.
Attualmente è in carcere Francesco Pio Valda 19enne, ragazzo proveniente da un ambiente familiare della criminalità organizzata. Gli investigatori lo avrebbero trovato nell’abitazione di un parente nel quartiere Ponticelli. Il giovane difeso dall’avvocato Antonio Iavarone non ha opposto resistenza: si attende l’udienza per la convalida del fermo.

Probabilmente in quella circostanza si potrebbero chiarire i dettagli su quanto sarebbe accaduto fuori dallo chalet che si trova in zona Mergellina. Ancora nessuna notizia ufficiale sull’arma del delitto che ha colpito a morte Maimone. Si tratta di un elemento sul quale non ci sarebbero elementi ufficiali, la caccia continua.
L’ipotesi è quella di un revolver e ciò emerge dopo aver trovati dei bossoli sul luogo dell’omicidio. Importanti anche le immagini del sistema di videosorveglianza, ma decisiva sarebbe stata anche qualche testimonianza. “Hanno collaborato alcuni amici della vittima, ma anche alcuni amici dell’indagato“, ha spiegato Fabbroncini.
Come morire per una futilità
Sta di fatto che le ipotesi sul movente sarebbero futili. Si ipotizza in questo caso un cocktail rovesciato per sbagliato o un piede pestato, facendo infuriare il giovane per la scarpa sporcata. Si parte con delle parole forti, tutto sarebbe però precipitato nel giro di pochissimo tempo. “Gli animi più accesi sono fra due, tre ragazzi“, commenta il capo della Squadra Mobile di Napoli.
Ancora da chiarire la sequenza, al momento non ci sono immagini che possano confermare l’esplosione dei colpi in aria e poi dritti verso la vittima. “La videosorveglianza non ci permette di vedere esplosione colpi d’arma da fuoco“, continua. L’unica cosa certa è che un colpo ha centrato in pieno Maimone e lo ha ucciso. Il presunto autore del delitto, dopo quanto accaduto, si sarebbe dato alla fuga. “Caricato in macchina da una persona e portato via“.

A raccontare quanto accaduto al suo amico ci ha pensato Carlo, ragazzo 18enne che si trovava seduto al tavolino vicino a Francesco Pio. “C’è stata una sparatoria, qualche litigio dietro di noi, un ragazzo che non conoscevamo. L’hanno colpito, io pensavo che era svenuto […] È morto in braccio a me. Non si può morire così, pare un film“, commenta visibilmente provato il ragazzo.