Donald Trump si dichiara innocente: deposizione e tensione

L’ex presidente americano Donald Trump è comparso ieri davanti al grand jury della corte distrettuale di Manhattan per rispondere di 34 capi d’accusa

Un’ora di deposizione nel corso della quale non sono mancati i momenti di forte tensione. Una tensione palpabile in tutto il centro di Manhattan dove, guardati a vista da un gran numero di agenti di polizia, dei servizi speciali e militari, le due frange di sostenitori e oppositori dell’ex presidente americano Trump si sono fronteggiati per tutto il giorno.

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Donald Trump l’udienza a palazzo di giustizia di Manhattan – Credits ANSA (QNM)

Poco dopo le 13 Donald Trump è uscito dal suo rifugio al 26esimo piano della Trump Tower, è sceso in strada con il pugno destro alzato, indirizzato verso le centinaia di fotografi e operatori assiepati al di là della 5th Avenue e si è recato al celebre palazzo di giustizia per rispondere di 34 capi d’accusa.

Donald Trump “Sono innocente”

I telefilm americani, in particolare quel Law and Order che è ambientato proprio negli austeri androni e sulla grande scalinata di quello stesso palazzo, ci hanno insegnato le formule che riguardano la giustizia americana.

“Come si dichiara l’imputato?” chiede il giudice. E Trump, rispetto ai numerosi capi d’accusa in gran parte per reati di carattere federale, si è dichiarato ‘non colpevole’.

Le accuse riguardano la falsificazione finanziaria e patrimoniale di alcune sue società dietro il pagamento di una pornostar, una modella e un testimone per zittire un potenziale scandalo di natura sessuale.

Accuse e repliche

Non era mai accaduto che un ex presidente statunitense fosse incriminato. Vestito in completo scuro e cravatta rossa, Trump era accompagnato dai tre responsabili della sua difesa legale, Todd Blanche – l’ultimo ad aggregarsi al suo foltissimo collegio difensivo, Susan Necheles e Joe Tacopina.

Gli avvocati del tycoon hanno ottenuto una prima (mezza) vittoria vietando l’accesso delle telecamere all’aula dell’udienza. All’interno un limitato numero di giornalisti accreditati e cinque fotografi autorizzati a distribuire materiale a tutte le agenzie e i giornali. Niente manette né foto segnaletica. A rispettare il protocollo solo la schedatura delle impronte digitali.

Non sono mancati i momenti di tensione. Da una parte il procuratore Alvin Bragg che ha accusato senza mezzi termini Trump di avere acceso gli animi. Dall’altra Todd Blanche che ha attaccato l’ufficio del procuratore che aveva consegnato alla stampa i 34 capi d’accusa ufficializzati a Trump inoltrando la documentazioni ai suoi difensori solo alle 13.30, mezz’ora prima dell’udienza.

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Donald Trump saluta i suoi sostenutori lasciando la Trump Tower – Credits ANSA (QNM)

Il giudice: chi è

Il giudice è Juan Merchan, 60enne nato in Colombia, emigrato con la famiglia negli USA quando era un bimbo. Una laurea al Baruch College e una carriera importante che lo ha portato fino alla presidenza della corte suprema di New York. Sua la sentenza contro le accuse di frode fiscale a carico della Trump Organization, la società che cura gli investimenti immobiliari del gruppo del tycoon. Che non era imputato. Ma il suo amministratore delegato fu condannato: per altro a una pena modesta.

Trump lo ha attaccato definendolo ‘pieno di pregiudizi e compromesso politicamente’. Tacopina, che conosce Merchan personalmente, ha limitato i danni… parlando di ‘fiducia istituzionale nella giustizia americana. Ma anche di ‘disegno politico continuato della procura newyorchese per danneggiare l’ex presidente’.

Qualche tafferuglio tra i simpatizzanti delle opposte fazioni fuori dalla Trump Tower. E un invito molto secco da parte di Merchan… “mi aspetto che rispettiate le norme di tutela sulle informazioni processuali. E che nessuno alzi il tono della tensione e della violenza” ha detto il giudice.

Appena conclusa l’udienza Trump è tornato al LaGuardia per ripartire verso Mar A Lago con il suo Boeing. Processo sospeso. Prossima udienza il 4 dicembre.