Spunta una nuova confessione dal rivale ultrà di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik. “Per l’affare alle Bahamas Piscitelli mi ha dato 100mila euro, ma ho perso i soldi”
La rivelazione, ancora tutta da verificare, giunge dal rivale dell’ex capo degli Irriducibili della Lazio, Fabrizio Piscitelli, morto in un agguato il 7 agosto del 2019. L’uomo, conosciuto come ex leader di “Opposta fazione” del gruppo ultras della Roma è Fabio Gaudenzi detto Rommel.

Avrebbe confessato come riporta la Repubblica, che per il progetto alle Bahamas Diabolik gli avrebbe dato 100 mila euro da investire in un affare segreto. Quei soldi, però, Gaudenzi li avrebbe reinvestiti in un’altra operazione losca in Africa e, successivamente persi.
L’operazione che non era altro che un traffico d’oro in Africa era stata organizzata da Filippo Maria Macchi. Spunta, così un nuovo pezzo sulla vita dell’ex capo ultrà ammazzato con un colpo alla testa mentre era seduto su una panchina del parco degli Acquedotti a Roma.
Diabolik, l’affare saltato da 100mila euro alle Bahamas
A rivelare l’affare segreto “sfumato” alle Bahamas è il rivale ultrà di Diabolik, Fabio Gaudenzi, “Rommel”, ex capo di un gruppo di ultras giallorossi che alla fine degli anni 90 aveva conquistato lo stadio Olimpico.

Sentito come persona informata sui fatti nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Diabolik già il 28 settembre 2021 dagli investigatori della Squadra mobile di Roma, Fabio Gaudenzi, all’epoca aveva spiegato che per compensare Piscitelli di quell’investimento segreto e mai realizzato ai Caraibi per l’acquisto di alcuni terreni, avrebbe regalato all’ex capo degli Irriducibili della Lazio un borsone colmo di armi.
Il “dono” era arrivato un giorno in un ristorante della Capitale. L’uomo ha confessato ai poliziotti il contenuto di quel borsone che, come riporta la Repubblica, conteneva: “Una mitraglietta UZI, due kalashnikov AK 47, una bomba a mano e non ricordo se ci fosse un jammer”. Poi Rommel continua dicendo che proprio in quell’occasione mise al corrente Piscitelli di quanto gli era accaduto, ovvero che aveva perso tutti i suoi soldi, 100mila euro destinati al progetto alle Bahamas per un altro progetto in Africa, poi fallito. Addossa la colpa per quell’errato investimento a Filippo Macchi.
Gaudenzi: “So chi è il mandante dell’omicidio di Piscitelli”
Il 51enne romano Fabio Gaudenzi, dopo aver rivelato tutto a Fabrizio Piscitelli e consegnato il borsone con il carico di armi al suo interno, dice ai poliziotti di aver visto Diabolik “un po’ perplesso in merito alle armi ma poi, dopo aver chiesto se fossero “pulite”, ovvero se fossero già state utilizzate in qualche reato, le ha prese”.

Quando l’ex leader giallorosso depose quella sua testimonianza era rinchiuso nel carcere di Rebibbia. L’uomo si fece arrestare dopo appena un mese dall’omicidio di Diabolik quando, il 3 settembre 2019 pubblicò un video in cui con il volto coperto e con in mano una pistola diceva: “Mi sto consegnando al questore e parlerò del mandante dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli e di tanto altro ancora. Questa è la mafia vera e non quella del 2014”.
Gaudenzi aveva anche spiegato agli investigatori alcune dinamiche che Massimo Carminati voleva evitare fossero applicate come fece, invece, Diabolik in alcune zone di Roma. “Dal 1992 appartengo a un gruppo elitario di estrema destra denominato “I fascisti di Roma nord” con a capo Massimo Carminati. So chi è il mandante dell’omicidio di Piscitelli. L’ex capo ultrà della Roma ha poi dichiarato che “Carminati voleva evitare che il quartiere romano di Ponte Milvio diventasse un luogo di vendita al dettaglio di droga e che avvenissero richieste di “pizzo” o, ancora che i commercianti fossero costretti ad installare le slot-machine. I divieti erano finalizzati a lasciare la Polizia fuori dal quartiere. Ma poi, quando Piscitelli insieme agli albanesi si sono presentati su Ponte Milvio, hanno fatto della zona il loro quartier generale”.