Diabolik, la ricostruzione dell’agguato a Fabrizio Piscitelli. Mandanti, esecutori, arma del delitto. Tutti gli elementi

La morte di Fabrizio Piscitelli detto Diabolik è il capitolo di una vicenda i cui contorni sono ancora tutti da definire. Intanto inizia il processo contro il possibile esecutore materiale del delitto. Sui mandanti inevitabile l’archiviazione, in assenza di prove certe. 

Sono passati quattro anni dalla morte di Diabolik e ancora a distanza di diverso tempo emergono nuovi dettagli su un delitto che ha di certo cambiato lo scacchiere mafioso all’interno della città di Roma. L’ex capo della Curva Nord della Lazio è stato ucciso con un colpo alla nuca nel 2019.

Fabrizio Piscitelli morto
La morte di Fabrizio Piscitelli e la ricostruzione del caso, cosa emerge a distanza di quattro anni dalla morte (Immagine Rete)

Un delitto fuori dalle logiche ultras e addentrato invece a discorsi di natura malavitosa, nello specifico alla possibilità di ingrandire il giro degli affari. Fabrizio Piscitelli sarebbe stato infatti ucciso per le mire espansionistiche sul fronte degli affari, così come ribadito da chi indaga sul caso.

Le novità sul caso

Leandro Bennato, Alessandro Capriotti e Giuseppe Molisso sono le tre persone che non verranno sottoposte a processo con l’accusa di essere i mandanti del delitto di Fabrizio Piscitelli. L’omicidio avvenuto il 7 agosto 2019 al parco degli Acquedotti costò la vita all’ex capo della Curva Nord della Lazio. Si tratta di fatto di un fascicolo a parte rispetto a quello che riguarda il presunto killer.

Diabolik Piscitelli
La bandiera degli ultras biancocelesti per omaggiare Piscitelli (ANSA)

A carico di Raul Esteban Calderon, infatti, pende l’accusa di essere l’esecutore materiale del delitto accaduto a Roma nel 2019. Un colpo alla nuca, ma al momento nessuna prova sufficiente sui presunti mandanti del delitto di Diabolik. Neanche sui tre sospettati di essere i mandanti vi sarebbero “prove sufficienti“, da qui la richiesta di archiviazione delle indagini.

Il luogo del delitto non è casuale

L’ex capo della curva biancoceleste, infatti, è morto poiché avrebbe voluto espandere il suo raggio d’azione. Un’azione che gli inquirenti giudicano come congiunta, almeno dai vari capi delle associazioni malavitose sparse in giro per la città capitolina. E il dubbio arriverebbe proprio dal luogo del delitto.

Il parco degli Acquedotti sarebbe in gergo mafioso territorio di competenza del camorrista romano Michele Senese detto “O’ Pazz”. Ciò non sarebbe accaduto senza il suo lasciapassare, almeno questa è la convinzione di chi indaga sul delitto di Diabolik e non solo. A tal proposito, infatti, sarebbe emersa una intercettazione di Senese mentre parla con alcuni familiari. “Non ti posso dare un cucchiaino di polvere […] L’apro e ti do un cucchiaino di polvere ad ognuno… ve lo mettete dentro il brodo“, ribadisce il boss parlando delle ceneri di Piscitelli.

Fabrizio Piscitelli omicidio
Il luogo in cui è stato trovato morto Fabrizio Piscitelli (ANSA)

Sta di fatto che i pm credono che Bennato, Capriotti e Molisso abbiano legami con il presunto esecutore materiale del delitto di Diabolik. “Venivano evidenziati nel corso delle indagini e compendiati in diverse note della polizia giudiziaria che permettevano l’individuazione di cointeressenze e relazioni tra costoro in merito all’omicidio Piscitelli, scrivono i pm nella richiesta di archiviazione. Tutto cambia però vista la scadenza del termine per le indagini che, di fatto, non permetterebbe “la ricerca di ulteriori elementi di prova utili per corroborare gli elementi acquisiti“.

Le conseguenze

Dopo il delitto di Piscitelli, infatti, sarebbero di fatto cambiato gli equilibri interni alla malavita che opera a Roma, fra questi ci sarebbe il capo emergente Elvis Demce. L’uomo sarebbe tornato al centro della cronaca, ritenuto in qualche modo vicino alla morte di Francesco Vitale, meglio conosciuto come Ciccio Barbuto.

Il processo per Calderon è intanto iniziato, ma al momento non c’è conferma su chi abbia commissionato il delitto di Fabrizio Piscitelli. In questo caso specifico, infatti, l’inchiesta sarebbe di fatto archiviata per mancanza di prove.

Il delitto Piscitelli rimanda a forme di criminalità organizzata di altissima pericolosità: una malavita permeata da mutevoli dinamiche criminali fatte di alleanze discontinue, di unioni dettate da interessi economici che possono modificarsi rapidamente, tramutandosi in conflitti“, ribadisce il giudice per le indagini preliminari.

L’ipotesi sulla pistola

Intanto emerge un nuovo dettaglio sulla morte di Piscitelli. L’arma utilizzata per ucciderlo sarebbe quella di un poliziotto, così come lo scooter per la fuga. Già in passato era stata confermata l’ipotesi di elementi in dotazione presso la polizia. I pubblici ministri indagano anche sulla pistola  e sul mezzo a due ruote utilizzato per la fuga.

Proprio il 4 agosto 2019 un sovrintendente della polizia denunciò il furto del suo scooter. All’interno vi era anche la pistola d’ordinanza, una Beretta modello 92 fs con calibro 9×19 parabellum. A distanza di tre giorni l’uccisione di Diabolik al parco degli Acquedotti. Il motorino venne rubato in viale Antonio Ciamarra 155, presumibilmente senza forzare la serratura. Il poliziotto ribadì all’epoca di non aver più trovato le chiavi del mezzo.