Cospito, venerdì udienza al tribunale di Sorveglianza. Possibilità che venga fatta in ospedale, i motivi

Continua lo sciopero della fame di Alfredo Cospito che protesta da oltre quattro mesi, ma intanto ha chiesto di partecipare all’udienza del prossimo venerdì 24 marzo. 

Il caso di Alfredo Cospito, anarchico che sta seguendo lo sciopero della fame dallo scorso 20 ottobre, diventa sempre più complicato. L’uomo ha chiesto di partecipare alla prossima udienza, in programma venerdì 24 marzo 2023, proprio davanti ai giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano.

Cospito udienza
Cospito e il caso dell’anarchico al 41-bis (ANSA)

La richiesta è quella di differire la pena per motivi di salute e di scontarla ai domiciliari in casa della sorella. A farsi portavoce di questo appello sono gli avvocati dell’anarchico che si trova al 41-bis nel carcere di Opera.

La richiesta di Cospito

Proprio Cospito sarà quindi protagonista in videoconferenza, ma ciò non è ancora deciso. I medici del nosocomio San Paolo, luogo in cui le sue condizioni di salute vengono sottoposte a continui controlli, dovranno monitorare la situazione, nel caso di un peggioramento potrebbero essere invece i giudici a recarsi presso la struttura ospedaliera nella quale si trova attualmente.

Si tratta in questo caso di una decisione presa per evitare un possibile rinvio dell’udienza, alla luce di una decisione che dovrà essere presa entro cinque giorni, con tanto di provvedimento da motivare. Toccherà ai giudici scegliere cosa fare, ma in tal caso la scelta di un detenuto che rifiuta il cibo non sarebbe “un motivo valido per ottenere gli arresti domiciliari“. A parlare chiaro in tal senso sono le sentenze della Cassazione che, di fatto, non lascerebbero molte speranze all’anarchico.

Alfredo Cospito regime 41-bis
Alfredo Cospito e la novità sul regime 41-bis (ANSA)

Non si tratta comunque dell’unica valutazione da fare visto che ci sarebbe da analizzare la situazione e l’eventuale compatibilità con la pena detentiva in carcere, nonché la possibilità di garantire un trattamento di cure da casa, specialmente alla luce delle condizioni mediche sempre più preoccupanti. La cartella clinica di Cospito sarà uno degli elementi al centro delle valutazioni da parte del Tribunale di Sorveglianza.

In questo caso specifico, infatti, il parere dei medici e le cartelle cliniche saranno fondamentali per decidere se ricorrere a meno ad una eventuale perizia medico-psichiatrica. Allo stato attuale anche questa ipotesi sarebbe alquanto remota, alla luce di quanto emerso da cinque mesi a questa parte. Resta l’attesa per l’udienza, programmata per il prossimo 24 marzo, ma non sarebbe l’unico elemento. Durante lo stesso girono ci sarà quella sul differimento della pena: in questo caso il protagonista è il Tribunale di Sorveglianza di Sassari.

L’avvertimento degli anarchici

A parlare in prima persona è Lello Valitutti che ha rilasciato un commento all’agenzia AdnKronos sul caso Cospito. L’anarchico ha ribadito che in caso di morte dell’uomo si potrebbe verificare “una reazione durissima“.

Se Alfredo dovesse morire la reazione sarà durissima. È una mia previsione e anche una mia speranza. La responsabilità non sarà degli anarchici ma di quelli che stanno assassinando Cospito“, ha ribadito Valitutti. L’avvocato Flavio Rossi Albertini ha di recente comunicato una crisi cardiaca subita da Cospito, con tanto di allarme sanitario per le condizioni di salute in seguito al tremolio di una mano.

Alfredo Cospito novità
Il commento di Alfredo Cospito e i dettagli sul caso (ANSA)

Dire che sono preoccupato è dire poco. Sono esterrefatto che si possa arrivare a un tale livello di barbarie. Mi sembra impossibile che nel 2023 in questo Paese, che dovrebbe essere civile e democratico, si faccia morire una persona in questo modo. Se Alfredo dovesse morire, e parlo unicamente a livello personale, la reazione sarà durissima. Non ho mai detto che avrei ucciso qualcuno, né che lo avrebbero fatto gli anarchici, ma ribadisco che la reazione sarà dura“, ribadisce l’anarchico. Valitutti ne parla come una questione di “giustizia del popolo“.

Da 11 mesi stiamo lottando per evitare che la situazione degeneri, quindi se accadrà qualcosa ad Alfredo la responsabilità non sarà degli anarchici, ma di quelli che lo stanno assassinando. La rabbia degli anarchici non farà mai danno ai poveri, alla gente perbene e onesta“, precisa Valitutti.