La situazione di Alfredo Cospito sta creando non poche polemiche: l’ultimo gesto degli anarchici dall’Altare della Patria. Cosa è accaduto.
Momento importante quello che si troverà ad affrontare Cospito da qui a breve. Si attende di conoscere nelle prossime ore l’esito delle decisioni della Cassazione in merito alla richiesta di toglierlo dal regime di 41bis.

Gli attivisti anarchici cambiano strategia e questa volta protestano in un modo del tutto particolare. Quattro i fermati per il sostegno, offerto ad Alfredo Cospito, mediante uno striscione srotolato e appeso sulla parte alta dell’Altare della Patria, a Roma. Le immagini sono già diventate virali sui social. Questione di pochi attimi, tanto è bastato per mostrare ai presenti e non solo la posizione degli anarchici.
Problemi a Roma
Gli anarchici che sostengono Alfredo Cospito sono saliti sul tetto dell’Altare della Patria. Il Vittoriano è diventato improvvisamente palcoscenico di uno striscione con la scritta “L’Italia tortura, con Alfredo no al 41bis“, si legge. L’anarchico si trova attualmente in ospedale dopo la necessità di ricovero seguita dal prolungato sciopero della fame che va avanti da ormai quattro mesi.
L’uomo è stato trasferito di recente dal carcere di Sassari-Bancali a quello di Opera (Milano). Le forze dell’ordine sono intanto intervenute per rimuovere lo striscione e identificare le quattro persone che avevano anche acceso dei fumogeni. Presenti sul posto anche personale di polizia e carabinieri.

Cospito è rimasto per oltre 10 anni nel carcere di Sassari in seguito alla gambizzazione di Roberto Adinolfi, all’epoca amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Sta seguendo uno sciopero della fame dallo scorso 30 ottobre, a distanza di qualche tempo il trasferimento nel penitenziario di Opera, poi il ricovero in ospedale in seguito al peggioramento delle condizioni di salute.
A carico di Cospito, esponente di Federazione anarchica informale, pendono le accuse di due ordigni esplosi nel 2006 vicino la scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, senza causare alcun ferito fra i presenti. La decisione del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha causato più di qualche protesta fra i movimenti anarchici che hanno già annunciato di non volersi fermare.
Adesso all’altare della patria: “L’Italia tortura. Con Alfredo, no al 41bis” #Cospito #No41bis pic.twitter.com/ca8R7TduBM
— Donatella Di Cesare (@DiDonadice) February 23, 2023
Attesa per la sentenza
Si terrà venerdì 24 febbraio 2023 la decisione della Cassazione che si esprimerà sul ricorso presentato dalla difesa di Alfredo Cospito in seguito allo sciopero della fame. I legali dell’anarchico chiedono di accettare le richieste e togliere l’anarchico dal regime di 41bis. Sulla situazione è intervenuto anche uno degli avvocati dell’uomo.
Parole ben precise e mirate sulla vicenda che sta causando numerosi episodi di disordine durante le manifestazioni avvenute in diverse città italiane.

“La dilatazione dei tempi della decisione renderebbe incompatibile la stessa con le condizioni di salute del detenuto. Conseguentemente si auspica un annullamento senza rinvio dell’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma“, ha ribadito l’avvocato Flavio Rossi Albertini in vista della Camera di Consiglio che si terrà in Cassazione.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la collega Maria Teresa Pintus che, insieme a Rossi Albertini, difendono Cospito. Una lunga battaglia a cui fanno seguito le continue richieste di eliminare il provvedimento di 41bis a carico dell’anarchico (e non solo ndr). La sua protesta non si dovrebbe fermare qui, così come ribadito dagli avvocati, fino a quando non verrà accolta la richiesta tanto attesa ormai da diversi mesi.
“Dal punto di vista dell’umore è sempre più determinato nel suo intento e nella sua lotta contro questo regime. Una lotta non soltanto nei confronti del regime del 41bis applicato a lui, ma anche nei confronti del regime applicato verso qualsiasi altro soggetto“, ha precisato Pintus. L’avvocato è intervenuto durante un incontro, organizzato presso la Camera penale di Milano, per parlare anche del caso di Alfredo Cospito.