L’ultima telefonata di Francesco Vitale, chiamato da tutti Ciccio Barbuto, è arrivata direttamente alla compagna Martina: cosa è accaduto in quei tragici momenti dopo essere precipitato dalla finestra del quinto piano.
Francesco Vitale è il pr di origini baresi trovato senza vita lo scorso 22 febbraio nel quartiere della Magliana, a Roma. Un disperato tentativo di sfuggire da chi lo aveva rapito, con tanto di richiesta di riscatto fissata a 500mila euro. Si tratta in questo caso della somma che il 45enne avrebbe dovuto ridare per questioni pregresse legate alla droga.

Rivolgendosi invece alla compagna, prima di morire, avrebbe dichiarato “per me ormai è finita“, segno evidente di qualcosa che non sarebbe andata nel modo tanto atteso. I rapinatori avrebbero inviato l’ultimatum con scadenza fissata alle ore 8 del mattino, il ritrovamento è accaduto dopo circa tre ore dalla scadenza annunciata poco prima.
Il caso
Ciccio Barbuto avrebbe così provato un disperato tentativo di sfuggire ai suoi rapitori. Le indagini hanno intanto portato al fermo di Daniele Fabrizio e Sergio Placidi, ma è caccia in ogni caso ai complici. Emerge in questo caso l’estremo tentativo di fuggire mentre nell’appartamento di via Pescaglia 40, luogo in cui era detenuto, si trovava soltanto un carceriere.
L’ipotesi degli inquirenti è che se i rapitori avessero voluto ucciderlo con questa modalità non lo avrebbero di certo fatto in pieno giorno, ma soprattutto in un quartiere residenziale e con tanti testimoni intorno. Durante la serata precedente, nel corso di una telefonata con la moglie, avrebbe chiesto alla donna di salutarle per l’ultima volta il figlio. Un momento particolare quello vissuto dall’uomo, a distanza di ore la tragedia.

“Amore è finita, è finita. Salutami il piccolo” sarebbe il contenuto della chiamata alla compagna Martina dopo la scadenza dell’ultimatum. Sta di fatto che la richiesta di riscatto, fissata a mezzo milione di euro, non sarebbe concretizzata dopo i debiti di droga contratti con Elvis Demce, narcos proveniente dall’Albania. Proprio i sequestratori si sarebbero mesi in contatti con i familiari dell’uomo, ma l’uomo sarebbe precipitato nel vuoto durante il tentativo di fuggire dalla finestra.
Sono passate diverse settimane dalla morte del pr, ora però sarebbero emersi diversi dettagli su quanto accaduto a Ciccio Barbuto, così come gli amici chiamavano Francesco Vitale. Il ritrovamento del cadavere è avvenuto in piena mattinata, addosso nessun documento rinvenuto sul corpo della vittima, identificata successivamente grazie alle impronte digitali.
L’appuntamento si trasforma in sequestro
Il 45enne sarebbe arrivato da Bari, insieme alla sua fidanzata, per incontrare i creditori, ma l’appuntamento si sarebbe trasformato in un sequestro. Sarebbe prima salito a bordo di uno scooter T Max guidato da Placidi, poi condotto nell’appartamento nel quale avrebbe ricevuto vari tipi di torture e percosse. Insieme ai due ci sarebbero state Daniele Fabrizio detto “Saccottino” e altre due persone.

Probabilmente l’obiettivo era quello di recuperare immediatamente i soldi e dare vita ad un nuovo giro di affari, ma qui sarebbe stato commesso un errore. Placidi e Vitale sarebbero stati infatti fermati a San Basilio da alcuni poliziotti, ma il piano sarebbe comunque continuato senza alcun intoppo, poi la fatalità con la morte di Vitale precipitato dalla finestra dell’appartamento in cui era stato sequestrato.
Placidi avrebbe tentato di fuggire, rintracciato però lo scorso 8 marzo durante un inseguimento sulla Pontina. Per entrambi vige intanto l’accusa di sequestro di persona con scopi estorsivi e l’aggravante del decesso durante il sequestro. Sarebbe stato fermato anche il proprietario dell’appartamento dal quale l’uomo è caduto. Ancora caccia aperta, invece, per gli altri due complici. Al momento non si conosce l’identità e il ruolo avuto durante le fasi del rapimento.