Il delitto di Rovigo pretesta ancora diversi dubbi da chiarire: la vittima Rkia Hannaoui è morta all’età di 32 anni. Cosa non quadra sul movente e perché il marito della donna ha un alibi di ferro.
Rkia Hannaoui è una donna di 31 anni morta ad Ariano Polesine, in provincia di Rovigo, con un proiettile confiscato in testa. A chiedere aiuto sono stati i due figli di 8 e 11 anni che hanno lanciato l’allarme.

Lo scorso martedì è stata trovata agonizzante la donna di origini marocchine sopravvissuta alla tragedia, seppur per poco, morta successivamente poco dopo l’arrivo in ospedale. Ancora sono tanti i dubbi da chiarire sul caso.
Cosa emerge
La donna di 32 anni è deceduta a causa di un colpo di pistola conficcato in testa. I suoi figli disperati avrebbero chiesto aiuto, ma a tal riguardo emerge più di un dettaglio. Ancora da trovare l’arma del delitto, senza dimenticare che il marito avrebbe un alibi di ferro. Al momento dell’omicidio si trovava al lavoro, così come confermato anche dai colleghi.
Hannaoui è morta dopo poche ore dall’arrivo in ospedale. Ora è invece partita l’inchiesta per omicidio. La donna faceva la casalinga e la sua giornata era praticamente scandita dai figli e dal marito che rientravano a casa, almeno questo è quanto emergerebbe dai primi risvolti investigativi.

Al momento, però, diversi elementi sfuggirebbero agli accertamenti. Marito e moglie, entrambi originari del Marocco, abitavano insieme e avevano deciso di costruire una famiglia, da qui la nascita dei due figli di 8 e 11 anni.
I colleghi dell’uomo hanno intanto confermato la sua presenza sul posto di lavoro. Al momento non si esclude alcuna ipotesi, specialmente su diversi fronti. Intanto i fucili sequestrati al proprietario dell’abitazione non avrebbero dato esito compatibile sul proiettile che ha ucciso la donna. Non presa in considerazione, almeno per il momento, la pista del delitto familiare, specialmente dopo quanto emerso dalle indagini. La coppia sarebbe infatti emersa come felice, non si segnalerebbero infatti liti o episodi violenti.
La scoperta
I figli hanno scoperto la madre quasi senza vita proprio dopo essere rientrati a scuola, sarebbero stati proprio loro a chiamare i soccorsi. Le tracce di sangue presenti sul pavimento della cucina farebbero intanto pensare ad un delitto accaduto altrove, poi il passaggio del corpo all’interno dell’abitazione.
La donna faceva la casalinga ed è stata trasferita in ospedale, ma soltanto dopo gli accertamenti diagnostici i sanitari avrebbero scoperto il proiettile all’interno della scatola cranica. La 32enne è però deceduta a distanza di ore dal ricovero, inevitabile l’apertura delle indagini.

Perquisito l’esterno di un rudere, non molto distanza dalla casa della famiglia, cosa inevitabile dopo la testimonianza di una vicina. La donna ha ribadito ai carabinieri che avrebbe visto rovistare intorno all’erba, senza però fornire ulteriori dettagli su quanto accaduto.
Probabilmente, infatti, avrebbe cercato le nuove delle galline che stavano razzolando nel campo. I carabinieri indagano ancora su frequentazioni e conoscenza, senza tralasciare gli aspetti familiari. Le indagini non si fermano ed evitano di escludere alcuna ipotesi, ma sul caso emergono già i primi dettagli. Esclusa in ogni caso l’ipotesi di un colpo esploso accidentalmente dai bambini, ma sull’arma del delitto restano ancora diversi dubbi.