Il caso di Emanuela Orlandi va avanti praticamente dalla scomparsa della giovane, a distanza di 40 anni una possibile svolta: la Procura di Roma avrebbe riaperto le indagini.
Riaperte le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. A rilanciare l’indiscrezione è il quotidiano la Repubblica che parlato dopo l’inchiesta aperta dai pubblici ministeri del Vaticano. In seguito all’apertura di una commissione d’inchiesta, che fra l’altro riguarda anche il caso di Mirella Gregori, emergono novità importanti.

La magistratura italiana avrebbe infatti deciso di fare luce sull’allora 15enne scomparsa il 22 giugno 1983. Fra Vaticano e Italia ci sarebbe collaborazione, così come si evince dai magistrati Alessandro Diddi e da Francesco Lo Voi.
La storia
Insieme alla collaborazione dei due magistrati emerge anche il supporto di un sostituto procuratore alquanto esperto. Si tratta del pm Stefano Luciani che ha già avuto modo di analizzare il casco Orlandi, nello specifico dopo le dichiarazioni dell’ex procuratore Giancarlo Capaldo.
Quest’ultimo aveva parlato di due funzionari importanti del Vaticano, quando era ancora titolare del fascicolo scomparsa dell’allora 15enne, che gli avrebbero parlato di voler far ritrovato il corpo della giovane. Si tratta di elementi smentiti in diverse circostanze da Procura di Roma e anche dalla Santa Sede. In questo caso specifico, però, il lavoro investigativo guarda la vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi nel suo complesso.

Il caso datato 1983 rappresenta un giallo sul quale ancora ci sono tanti dubbi e piste in Italia ed estere sulle quali si è dibattuto nell’arco degli anni. Si va dall’attentato contro Giovanni Paolo II, avvenuto ad opera di Alì Agca, passando per la banca del Vaticano e lo Ior. Senza dimenticare le piste dei problemi del Banco Ambrosiano e della banda della Magliana, passando anche per l’Istituto per le opere di religione. Tanti elementi al vaglio, pochi però i risultati.
Indagini sul presunto coinvolgimento della mafia e del riciclaggio, servizi segreti e perfino organizzazioni terroristiche di livello internazionale. In questo 40 anni si è sentito tutto e il contrario di tutto sul caso di Emanuela Orlandi, ma di una soluzione definitiva nulla da fare.
Ora invece emergono addirittura tre indagini, quel che certo è che il Vaticano e la Procura di Roma hanno dato il via, probabile anche in questo caso l’apertura di una inchiesta in Parlamento. L’obiettivo resta sempre quello di offrire risposte e certezze ad una famiglia che chiede la verità da 40 anni.
Il commento della famiglia di Emanuela Orlandi
L’avvocato Laura Sgrò cura gli interessi di Pietro Orlandi e si è di recente espresso dopo aver ricevuto la notizia. Le indagini da parte della Procura di Roma rappresentano certamente un qualcosa di tanto atteso, ma il legale precisa di aver appreso la notizia soltanto dagli organi d’informazione. Al momento non ci sarebbe quindi alcun coinvolgimento della famiglia, così come ribadito dal legale del fratello di Emanuela Orlandi.

“Il nostro augurio è che ci sia una cooperazione leale tra la procura di Roma e il Vaticano alla ricerca della verità. È una bella notizia, è quello che noi chiediamo da anni per avere la verità su Emanuela“, ribadisce all’agenzia ANSA l’avvocato Sgrò. Un caso ancora irrisolto e sul quale la famiglia chiede da tempo di accertare la verità, qualsiasi essa sia. Pietro Orlandi si sta battendo da tempo e ha ribadito, ancora una volta, di voler capire quanto accaduto all’epoca della scomparsa di sua sorella, cercando poi di approfondire i risvolti.