Caso Cospito, rifiutati i domiciliari. L’anarchico rimane in carcere

Sul caso di Alfredo Cospito la procura ha rifiutato la proposta dell’anarchico ai domiciliari. Il detenuto dovrà rimanere in carcere in regime di 41bis. Al via l’udienza in ospedale sull’istanza

La decisione è arrivata dalla procuratrice generale di Milano Francesca Nanni e il sostituto pg Nicola Balice che hanno rifiutato, come riporta Ansa, la richiesta di differimento pena con detenzione domiciliare presentata dall’anarchico Alfredo Cospito, in sciopero della fame da ormai 5 mesi contro il regime carcerario del 41 bis.

Caso Cospito
Caso Cospito, rifiutati i domiciliari all’anarchico. Rimarrà in carcere (ansa) qnm.it

Ieri mattina, 24 marzo, si è tenuta l’udienza presso l’ospedale San Paolo di Milano dove è ricoverato Cospito. Ora i giudici della sorveglianza avranno a disposizione cinque giorni di tempo per decidere sull’istanza.

La richiesta dei domiciliari era stata avanzata dal legale dell’anarchico a seguito dei motivi di salute dello stesso ma per la Procura generale Cospito dovrà rimanere in carcere. Attualmente Cospito è ricoverato presso il reparto di medicina penitenziaria del San Paolo, dove le sue condizioni di salute sono costantemente monitorate.

Caso Cospito: negati i domiciliari all’anarchico. Il detenuto dovrà rimanere in carcere

Da alcune settimane Alfredo Cospito è ricoverato presso l’ospedale San Paolo di Milano e di recente ha avuto un problema cardiaco, seppur lo stato di salute generale resta comunque stabile ma sempre soggetto a rischi di aggravamento. Cospito, in sciopero della fame da 5 mesi, non assume più nemmeno gli integratori, che sino a qualche tempo fa gli permettevano un equilibrio delle condizioni fisiche.

Caso Cospito
Caso Cospito: negati i domiciliari all’anarchico. La scelta della Procura (ansa) qnm.it

Dopo la sua decisione di stoppare l’assunzione degli integratori, l’anarchico si nutre solo di acqua con sale o zucchero. Dopo il rifiuto, ieri mattina, della procuratrice generale e il sostituto pg dei domiciliari, ora spetta ai giudici decidere. Avranno tempo cinque giorni per arrivare ad una conclusione dopo la camera di consiglio.

Nella mattinata di ieri, venerdì 24 marzo, è partita nel reparto di medicina penitenziaria del San Paolo di Milano l’udienza per discutere della modifica dell’esecuzione della pena, con detenzione domiciliare presso la casa della sorella, presentata dal legale di Alfredo Cospito, l’anarchico appartenente alla Fai in sciopero della fame da ben 5 mesi in protesta contro il regime carcerario 41bis.

Il No dei medici: Cospito non può essere trasferito

Presenti nella struttura ospedaliera di San Paolo il legale di Alfredo Cospito, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, accompagnato dai giudici della Sorveglianza Giovanna Di Rosa e Ornella Anedda. Entrambi i magistrati saranno affiancati da due esperti, il procuratore generale Francesca Nanni e il sostituto pg Nicola Balice.

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Caso Cospito, negati i domiciliari all’anarchico. Cosa succede ora (ansa) qnm.it

Intanto, i medici dell’ospedale milanese che hanno in cura il detenuto, si sono rifiutati di dare via libera al trasferimento nel carcere di Opera per il video collegamento per il paziente Cospito, perché vogliono poter monitorare le sue condizioni di salute, dopo che diversi giorni fa l’uomo ha avuto un problema cardiaco.

Da qui la decisione di tenere l‘udienza in ospedale. I giudici in cinque giorni dovranno  depositare il provvedimento e valutare se lo stato di salute dell’anarchico sia o meno compatibile con quel genere di carcere. Verranno presi in esame diversi aspetti giuridici, ma non il 41bis. Seppur, verrebbe bloccato il regime se la pena venisse sospesa. Al momento difronte l’ospedale nessun presidio di anarchici è presente.

Le novità sullo sciopero della fame

La Procura generale di Milano si è espressa in merito al differimento della pena, per motivi di natura sanitaria, con tanto di richiesta di detenzione domiciliare. Non ci può essere in questi casi alcun riscontro in favore di Cospito, specialmente visto che “la patologia è stata autodeterminata. È una persona lucida e determinata“, ribadisce la procuratrice generale Francesca Nanni.

Proprio durante l’udienza avvenuta presso l’ospedale San Paolo di Milano, l’anarchico ha ribadito che sarebbe perfino “disposto a recedere dallo sciopero della fame purché il tribunale di Sorveglianza liberasse altri detenuti attualmente sottoposti al 41 bis. Persone anziane o malate che vogliono soltanto tornare a casa dopo 30 anni di 41 bis“, commenta l’avvocato Flavio Rossi Albertini, riportando dichiarazioni di Cospito.

Il Tribunale di Sorveglianza, nelle fattispecie con il presidente Giovanna Di Rosa, ha invitato Cospito ad interrompere lo sciopero della fame che va avanti da cinque mesi. A ribadirlo sarebbe stato uno dei partecipanti all’udienza, citato dall’agenzia ANSA.