Caso Cospito, l’anarchico al 41bis | La clamorosa decisione della Procura Generale della Cassazione

Colpi di scena continui sul caso Cospito, l’anarchico al 41bis da maggio dello scorso anno. Il Guardasigilli Nordio aveva, due giorni fa la decisione del carcere duro. La Procura generale della Cassazione si schiera clamorosamente, al fianco della difesa

Caso Alfredo Cospito e il 41bis: sì, no, forse al carcere duro. Da settimane, le pagine della cronaca giudiziaria come quelle della politica, non fanno altro che parlare, giustamente, dell’anarchico condannato dal maggio dello scorso anno alla reclusione col 41bis.

Alfredo Cospito carcere
Cospito durante il processo, le condizioni dell’anarchico

Le condizioni di salute dovute allo sciopero della fame, le visite in carcere di parlamentari, il dibattito politico che nelle aule di Camera e Senato si è infiammato, il ministro Nordio al centro di mille polemiche, i casi Donzelli e Delmastro a questo caso in parte collegati, le piazze in subbuglio dalla parte di Cospito. E le ultimissime e clamorose novità.

la Procura generale della Cassazione infatti, come riportato questa mattina da diversi quotidiani nazionali,  si schiererebbe  al fianco della difesa e chiederebbe  l’annullamento della decisione del tribunale di sorveglianza che a dicembre del 2022, ha confermato il carcere duro per l’anarchico dietro le sbarre dal 2012 e in sciopero della fame da 115 giorni. Nella requisitoria depositata, come scritto da Giovanni Bianconi de Il Corriere della Sera,  in vista dell’udienza fissata per il prossimo 24 febbraio, la massima rappresentanza dell’accusa considera quella decisione da rivedere. Posizione in totale contrasto, lo ricordiamo, con quella assunta soltanto lo scorso venerdì, proprio dal Guardasigilli Nordio, che aveva confermato il carcere duro per Cospito.

Caso Cospito, la clamorosa scelta della Procura Generale sul 41bis.

Alfredo Cospito, la decisione della Procura generale della Cassazione
Caso Cospito, la decisione della Procura Generale di cassazione sul 41bis. Foto repertorio Ansa

Nordio non aveva voluto aderire alla proposta avanzata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Ovvero declassificare la detenzione in regime di alta sicurezza. Il ministro di Giustizia aveva mostrato massima severità in questo modo, anche rispetto alle proteste di piazza sorte in seguito al clamore mediatico e politico intorno al caso Cospito,  e alla scelta dell’anarchico di iniziare e portare avanti il digiuno di protesta. Ecco perchè la posizione della Procura Generale della Cassazione assume un significato davvero importante. Da sottolineare comunque come all’udienza  della Cassazione manchino ancora più di dieci giorni, e intanto  le condizioni di salute di Cospito sono peggiorate al punto che ieri è stato deciso per lui il trasferimento in ospedale. Ma su cosa esattamente i giudici di legittimità saranno chiamati a decidere dopo la requisitoria del procuratore generale e ovviamente sentite le ragioni della difesa?

Ci sono tre possibilità: annullare definitivamente il decreto ministeriale che impone il «41 bis» a Cospito; annullare con rinvio al tribunale di sorveglianza affinché prenda una nuova decisione o comunque la motivi in maniera diversa; rigettare il ricorso contro le motivazioni esposte dalla difesa. Si potrà intervenire in qualunque momento, considerate le evoluzioni e giudiziarie e di salute di Alfredo Cospito, che lo ricordiamo è in carcere da 10 anni per aver gambizzato nel 2012 l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Attentato che fu rivendicato dal Nucleo Olga Fai attraverso una lettera inviata proprio al Corriere della Sera.

Perchè Cospito è al 41bis

Cospito venne arrestato quasi immediatamente. Con lui fini’ in carcere anche Nicola Gai, tornato poi libero nel 2020 avendo usufruito di uno sconto di pena in appello. Durante la detenzione, Alfredo Cospito, è stato inoltre accusato dell’attentato della scuola carabinieri di Fossano avvenuto nel 2006. All’epoca vennero piazzati due ordigni dentro due cassonetti all’ingresso dello stabile. Non ci furono morti o feriti. Per quell’atto l’anarchico è stato condannato a 20 anni di reclusione. L’accusa è quella di strage. A sedici anni e sei mesi è stata condannata invece la compagna Anna Beniamino. La corte di Cassazione ha ritenuto si trattasse di strage contro la sicurezza dello Stato, quindi un reato che prevede la pena dell’ergastolo ostativo e che non consente di godere di alcun beneficio. Alfredo Cospito è il primo anarchico al 41bis.