Sono passati diversi anni dall’incidente dell’autobus pieno di studentesse e studenti in Erasmus: morirono sette ragazze italiane. I dettagli sul caso e la beffa delle famiglie delle vittime dopo la morte dell’autista non ancora giudicato dalle autorità della Spagna.
Una gita fuori porta per ammirare un festival molto conosciuto in Spagna si trasformò improvvisamente in tragedia durante il viaggio di ritorno. L’autobus sbandò e a causa dell’impatto mortale si registrarono 12 vittime. Fra queste sette di nazionalità italiana.

Decine di ambulanze in arrivo e lavori difficili mediante autogru intervenuto dopo il terribile incidente sull’autostrada Valencia-Barcellona. Nulla da fare per dodici giovani, fra questi sette ragazze di nazionalità italiana.
La dinamica dell’incidente
Il 20 marzo 2016 l’autobus si schiantò in Catalogna, sull’autostrada che collega Valencia con Barcellona, provocando la morte di tredici studentesse in Erasmus. Fra queste ci furono sette giovani italiane. L’autista del mezzo, ascoltato poco dopo dal giudice istruttore di Amposta, luogo vicino Tarragona, negò di essersi addormentato, non ricordando esattamente le circostanze che causarono l’incidente mortale.
Ribadì in ogni caso di non aver avuto un colpo di sonno, ma soltanto “di aver perso il controllo“, così come spiegato dall’avvocato. Il gruppo formato da ragazze e ragazzi, tutti d’età compresa fra 22 e 29 anni, provenivano da diverse zone del mondo.

Studentesse e studenti provenienti non solo dall’Italia, ma anche da Bulgaria, Germania, Norvegia, Perù, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Svezia e Svizzera. Spazio anche per giovani giunti da Belgio, Francia, Giappone, Grecia, Irlanda, Olanda, Palestina, Turchia e Ucraina. La maggior parte di ragazzi partecipanti risultò allora iscritta alle varie facoltà universitarie a Barcellona.
Tutti stavano rientrando da Valencia dove avevano assistito al festival dei fuochi d’artificio di Las Fallas. Proprio questa gira fu organizzata dallo European Students Network. Il mezzo viaggiava in convoglio con altri quattro bus, al chilometro 333 l’incidente in un luogo indicato come pericoloso per l’alta frequenza di incidenti: schianto alle ore 6 del mattino e la tragedia che colpi le famiglie di vittime e feriti.
Chi sono le vittime
Dodici in tutto le vittime causate dall’incidente, fra queste sette ragazze italiane: si tratta di Francesca Bonello, Lucrezia Borghi, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Serena Saracino, Elisa Scarascia Mugnozza ed Elisa Valent.
Autore dell’incidente fu invece l’autista Santiago Rodriguez Jimenez, uomo morto però di recente a causa di un infarto. Era in attesa di giudizio, causato da un lungo iter di natura giudiziaria, da qui la rabbia delle famiglie delle vittime. Rinvio a giudizio, archiviazione e tutta una serie di problemi legali che non hanno portato ad alcuna condanna in Spagna.

Le vittime si trovarono in quel momento in Spagna per partecipare ad un periodo di studi con il progetto Erasmus, ma un tragico incidente fatale causò lo schianto del loro autobus a Freginals, precisamente sul tratto autostradale compreso fra Valencia e Barcellona.
L’autista del mezzo lavorò per circa 17 anni alle dipendenza della ditta Autocare Alejandro, nessun incidente segnalato: in quel caso riportò ferite di lieve entità. Sottoposto al test antidroga e alcol risultò in entrami i casi negativo.
La rabbia delle famiglie
Le famiglie delle vittime italiane, morto a causa dell’incidente hanno espresso grande rammarico e sofferenza per una tragedia immane. “Finisce la nostra storia giudiziaria. Non sarà emesso nessun verdetto perché la responsabilità penale è personale”, si legge nella nota.
L’autista “aveva chiesto “patteggiamento con una sentenza di condanna, in cambio di uno sconto di pena avrebbe ammesso le proprie responsabilità“, si legge nella nota firmata dalle famiglie delle sette ragazze italiane morte nel 2016. A distanza di anni arriva invece il decesso dell’autista con un processo ancora in divenire, tutto condito da inevitabili polemiche per le lungaggini giudiziarie spagnole.