L’operazione Ombre rosse ha visto la collaborazione fra Italia e Francia con particolare riferimento all’azione criminale di dieci terroristi. Non cambia nulla e adesso e arriva infatti il rifiuto sull’estradizione degli italiani.
Il Governo transalpino e quello italiano hanno dato vita circa due anni fa all’operazione “Ombre rosse“, ma a distanza di anni dagli arresti la Corte di Cassazione ha confermato il rifiuto all’estradizione di 10 ex brigatisti. Parteciparono agli anni di piombo in Italia, con tanto di vittime di ogni genere.

E pensare che il ministro della Giustizia francese, Eric Dupond-Moretti, ha parlato di “terroristi e assassini“, riferendosi alle persone arrestate, tutto non sembrerebbe essere cambiato a distanza di anni. L’operazione era di fatto un piano organizzato per riportare in Italia i dieci brigatisti. Nessun colpo di scena, da qui le polemiche per quanto invece prospettato.
La vicenda
Lo scorso giugno, la Corte d’Appello espresse parere favorevole per l’estradizione di 10 terroristi. Ora l’annuncio della Cassazione sugli estremisti di sinistra in Italia, per la maggior parte appartenenti alle Brigate Rosse rifugiati in Francia dopo anni di grandi violenze, è quello di un secco “no” rispetto a quanto ribadito in precedenza.
Si tratta di dieci uomini e due donne. Fra questi spicca il dirigente di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, condannato per il delitto del commissario di polizia Luigi Calabresi (Milano 17 maggio 1972). Le due donne sono le ex brigatiste Marina Petrella e Roberta Cappelli. Proprio per loro, infatti, il tribunale ha negato l’estradizione chiesta invece dall’Italia.

Petrella è fra le responsabili della morte del generale Enrico Galvaligi (31 dicembre 1980), nonché coinvolta nel sequestro del giudice Giovanni D’Urso. La sua estradizione fu bloccata nel 2007 dall’allora presidente Nicolas Sarkozy, a causa delle precarie condizioni di salute, sotto il suggerimento della cognata Valeria Bruni Tedeschi. Cappelli fu invece condannata per il delitto Galvaligi e la morte dell’agente Michele Granato (novembre 1979).
I nomi degli altri brigatisti in Francia
Tempo fa anche Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, aveva parlato di “persone coinvolte in reati di sangue che meritano di essere giudicate in Italia“. Pietrostefani si reca in Francia nel 2000, alla vigilia del verdetto di condanna, Adriano Sofri e Ovidio Bompressi fecero rientro in carcere per scontare la pena.
Entrambi furono condannati e si proclamarono sempre innocenti. Fra i brigatisti spicca Giovanni Alimonti a cui tocca scontare ancora 11 anni per banda armata e associazione terroristica. Nulla da fare anche per Sergio Tornaghi, condannato per la morte di Renato Briano, direttore generale della Ercole Marelli.

Resteranno ancora in Francia l’ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura (condannato a 20 anni per l’omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra), l’ex membro di Nuclei armati contropotere territoriale Narciso Manenti (ergastolo per omicidio appuntato Giuseppe Gurrieri) ed Enzo Calvitti a cui tocca scontare una pena di oltre 18 anni e 4 di libertà vigilata per reati di associazione sovversiva, ricettazione di armi e associazione con finalità terroristiche.
In Francia ancora Maurizio Di Marzio (5 anni per tentato sequestro) e Luigi Bergamin: su quest’ultimo pende una condanna di 25 anni per concorso in omicidio, banda armata e associazione sovversiva.
Il commento del figlio di una vittima
Sulla vicenda è intervenuto anche Lorenzo Conti, figlio del sindaco di Firenze ucciso dalle Brigate Rosse il 10 febbraio 1986. “L’Europa non esiste. Questa ne è la dimostrazione, perché quando un Paese si rifiuta di estradare delle persone che sono state giudicate da un altro Paese della stessa Unione europea e non li rimanda qui a scontare la pena, vuol dire che non siamo un territorio unificato veramente. È una presa in giro: quando fa comodo siamo Europa, diversamente no“, ha commentato all’Adnkronos dopo l’annuncio sulla mancata estradizione.
La posizione della Lega
Il partito del segretario Matteo Salvini non ha accolto nel migliore dei medici la decisione, da parte dei giudici francesi, di opporsi all’estradizione degli ex appartenenti alle Brigate Rosse. “Sconcertante decisione della Cassazione francese. Respingono i bambini immigrati alle frontiere ma coccolano gli assassini brigatisti“, si legge in una nota della Lega.