Un piano d’azione con undici rapine messe a segno in sei mesi. La banda delle rapinatrici con il sonnifero ha sorpreso più di qualche persona.
Anziani narcotizzati e furti in casa di alcune persone che non si sarebbero potute difendere a causa del piano diabolico congegnato dalle due ladre. La Procura di Roma ha avviato una indagine e successivamente arrestato due donne. Entrambe sono accusate di aver messo a segno undici rapine durante gli scorsi mesi.

Una delle due è stata già condannata, in via definitiva, a 11 anni di reclusione. Le chiamano rapinatrici al sonnifero, una coppia che ha realizzato diversi colpi. La donna in carcere è Natascia Glaudi, 50enne accusata di omicidio preterintenzionale.
Cosa emerge dalle indagini
Glaudi è stata condannata una ventina di anni fa per aver provocato la morte di un uomo anziano con alcune sostanze, in particolare dopo aver fatto assumere al signore del benzodiazepine. Un piano d’azione in vigore da diversi anni a questa parte, insieme alla complice 30enne Meghi Lucchesi. A ribadire la vicenda è il giudice per le indagini preliminari che ha parlato del precedente.
Si tratta in ogni caso di una situazione piuttosto simile che riguarda proprio la complice Lucchesi. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo hanno analizzato una rapina dello scorso settembre ai danni di un 90enne di via Bravetta, a Roma. Le indagini hanno appurato che la donna avrebbe avvicinato l’anziano per strada, convincendolo a rientrare insieme a casa, per poi narcotizzarlo con una bevanda. Si tratta di un liquido che mescola narcotici e sostanze stupefacenti.

Grazie all’impossibilità d’azione, di conseguenza, la donna avrebbe portato via telefono, bancomat e soldi in contanti trovati in casa, evitando di fatto di poter contattare il personale sanitario. Sta di fatto che l’uomo, a causa del narcotico e dell’età avanzata, è rimasto nel letto per due giorni.
Non avendo più alcuna sua notizia, i familiari hanno di conseguenza lanciato l’allarme. Nessuno riusciva infatti a mettersi in contatto con lui. I carabinieri giunti sul posto hanno invece scoperto l’anziano in stato confusionale, con notevoli difficoltà di interazione.
La svolta
Nell’appartamento, inoltre, gli inquirenti avrebbero trovato lo scontrino di una farmacia di zona dove l’anziano si è recato in precedenza. Ed è proprio grazie alle immagini di sorveglianza di diverse strutture commerciali del quartiere che si sarebbe ricostruita la fase di adescamento. Individuato anche il veicolo utilizzato dalle due indagate.

Le indagini hanno quindi permesso di scoprire nuovi elementi a carico delle donne, specialmente con ulteriori casi di rapina e furti all’interno di varie abitazioni. Adescavano le vittime, studiando le persone anche per alcune settimane, acquisendo la fiducia degli stessi anziani, per poi entrare in azione.
Una volta ottenuto tutto ciò, quindi, la coppia di ladre sarebbe così entrata spesso e volentieri all’interno delle abitazioni. Entrambe avrebbero in diversi casi evitato di lasciare tracce sul loro passaggio negli appartamenti, inclusi i contenitori al cui interno veniva sciolto il narcotico da somministrare alla vittima. I carabinieri hanno ribadito di aver recuperato due fedi nuziali, sottratte ad una signora 80enne, che le custodiva per omaggiare la memoria del marito morto.