Alessia Pifferi, ipotesi giudizio immediato | La strategia della difesa per evitare l’ergastolo

Alessia Pifferi è la donna in carcere con l’accusa di aver ucciso la figlia Diana di soli 18 mesi: cosa sta accadendo e quali sono i dettagli sul processo. 

Alessia Pifferi e il processo contro la madre accusata di aver ucciso la figlia di 18 mesi, lasciandola in casa a Milano per sei giorni. La bimba è deceduta di stenti mentre la donna era con il compagno che, però, ha dichiarato di essere completamente ignaro sulla vicenda.

Alessia Pifferi
Indagini sul caso di Alessia Pifferi e la morte della piccola Diana

La donna si trova ancora in carcere dallo scorso mese di luglio e a suo carico pendono gravissime accuse per la morta della piccola Diana. Alessia Pifferi ha lasciato la figlia da sola a casa senza assistenza e cibo pur di passare qualche momento con il compagno.

Bimba morta di stenti, le novità sul processo

La donna si è presentata mercoledì 8 febbraio 2023 davanti al giudice per le indagini preliminari di per una udienza. La Procura di Milano potrebbe chiedere il processo con rito immediato per Alessia Pifferi, 37enne accusata di omicidio volontario aggravato. Intanto la relazione sul corpicino della piccola avrebbero parlato “di lunga agonia” in riferimento alla morte della piccola Diana a soli 18 mesi. A riportare la notizia è l’agenzia ANSA.

Alessia Pifferi
Alessia Pifferi e la novità sull’omicidio della figlia di pochi mesi (Immagine Rete)

La relazione parla infatti di grave disidratazione acuita dalle temperature alte registrate durante lo scorso mese di luglio nella città meneghina. La donna avrebbe chiuso le finestre, senza cibo e nemmeno alcuna cura per la bambina. Nessuna presenza di possibili tracce di droghe o tranquillanti all’interno del biberon della piccola.

Intanto la donna ha deciso di cambiare avvocato che, di fatto, punta sulla perizia psichiatrica per valutare un possibile vizio di mente (meglio conosciuto da tutti come infermità mentale).

Quale pena rischia la Pifferi

Il processo è prossimo a partire, per Alessia Pifferi il rischio è l’ergastolo. Durante l’udienza, infatti, la donna è stata assistita dal nuovo avvocato Fausto Teti. L’incidente probatorio, con tanto di esiti sulla perizia effettuata, ha escluso la presenza di tranquillanti o altra sostanza all’interno del biberon. Lo stesso risultato ha riguardato la piccola bottiglia d’acqua trovata vicino al corpo di Diana.

Alessia Pifferi
Le novità a poco dall’inizio del processo contro Alessia Pifferi (Immagine Rete)

Intanto i pm Rosaria Stagnaro e Francesco De Tommasi sono pronti ad inoltrare la richiesta di giudizio immediato al gip Fabrizio Filice: hanno tempo fino al prossimo 20 febbraio. Si dovrebbe quindi saltare l’udienza preliminare, dando così spazio al processo davanti alla Corte di Assise. Questo tipo di richiesta potrebbe di fatto accorciare i tempi per la sentenza.

Dall’altro lato c’è invece la strategia della difesa che vorrebbe evitare la condanna all’ergastolo, da qui la richiesta di una perizia psichiatrica per Alessia Pifferi. Accusa e difesa giocano sui rispettivi obiettivi da raggiungere in sede processuale. La donna resta comunque in carcere con l’accusa di aver abbandonato e ucciso la figlioletta Diana di 18 mesi.

Il rapporto con il compagno

Secondo quanto ribadito invece dall’accusa, la donna avrebbe chiuso in casa la figlia, passando dei giorni con il compagno che si trova in provincia di Bergamo. Alcune dichiarazioni sull’uomo avrebbero aumentato le polemiche, da qui la confessione di Alessia Pifferi donna in riferimento al rapporto con il compagno.

La donna che rischia l’ergastolo, dopo aver abbandonato e causato la morte della figlia per sei giorni, avrebbero parlato con gli inquirenti. Espressa una qualche forma di “giustificazione”, specialmente visto il rapporto di coppia con un uomo che, però, sarebbe stato del tutto ignaro sulla vicenda della piccola Diana.

Ci contavo sulla possibilità di avere un futuro con lui e infatti era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire. È per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire“, ha ribadito.