Alessandro Parini morto durante l’attentato a Tel Aviv, un amico ricostruisce la tragedia. Il dolore della famiglia

La morte di Alessandro Parini è avvenuta a causa di un attentato a Tel Aviv: il dolore della famiglia e il racconto di alcuni testimoni. 

La Procura di Roma ha intanto aperto un fascicolo d’indagine per l’attentato di Tel Aviv, avvenuto lo scorso venerdì 7 aprile, durante il quale Alessandro Parini ha perso la vita all’età di 35 anni.

Alessandro Parini
Alessandro Parini è il 35enne ucciso a Tel Aviv (ANSA)

In questo caso si procede per omicidio, lesioni e attentato con finalità di terrorismo. La vicenda accaduta in Israele, proprio a ridosso del lungomare, è ancora avvolta da una serie di dubbi ancora da chiarire. Sta di fatto che l’uomo autore del presunto attentato è stato ucciso dalle guardie di sicurezza presenti sul posto.

Le parole della famiglia e dell’amico

La famiglia della vittima italiana è uscita di casa con uno zaino, alcune buste e dei fiori in mano. Madre e padre sono usciti dall’appartamento in cui viveva il figlio in zona Monteverde (Roma), durante la tarda mattinata di sabato 8 aprile 2023, per poi lasciare lo stabile visibilmente commossi.

Siamo i genitori. Non ce la facciamo proprio a parlare. La semplicità, la riservatezza, e la modestia“, hanno ribadito lasciando la casa di Alessandro Parini. “Dove è arrivato e i traguardi da lui ottenuti  non li conosceva nessuno, solo lo studio per cui lavorava. Alessandro era fatto così“, hanno ribadito i genitori dell’uomo ucciso a Tel Aviv.

Attentato Tel Aviv
Attentato Tel Aviv, morto un italiano. Chi era Alessandro Parini (@facebook) qnm.it

Sul caso è intervenuto anche uno dei ragazzi italiani che faceva parte del gruppo di turisti coinvolti nell’attentato di Tel Aviv. Il 35enne ha dichiarato di aver sentito il rumore dell’auto che passava accanto, poi improvvisamente gli spari. “Ci siamo dispersi, quando siamo tornati indietro abbiamo visto Alessandro steso in terra nel sangue“,

Erano da poco arrivati in città e il gruppo di italiani stava raggiungendo parte della comitiva che era in un ristorante di Giaffa, ad un tratto l’arrivo dell’automobile e la confusione più totale. Intanto sul lungomare di Tel Aviv centinaia di persone hanno lasciato un omaggio dopo l’attentato che ha ucciso il cittadino italiano. Fiori e lumini posti accanto alla foto della vittima, insieme a tanti foglietti con alcune dediche. Da “Il giovane popolo di Israele abbraccia il giovane popolo di Italia” ad un altro che ribadisce “il terrorismo cancro della nostra società“.

Proprio lì vicino c’è una bandiera italiana vicina a quella israeliana, poi un giovane ha fatto risuonare l’inno di Mameli con il suo telefonino in segno di omaggio ad Alessandro Parini. A non molta distanza dalla carreggiata e dalla pista ciclabile ci sono ancora i segni evidenti sull’erba degli pneumatici dell’auto che ha travolto Parini.

Chi è il presunto attentatore

L’uomo accusato di essere il presunto autore dell’attentato è Yousef Abu Jaber. Si tratta di una persona che lavorava come bidello in una scuola, padre di sei figlie. Il 45enne lavorava da alcuni anni in una scuola media come collaboratore scolastico a Kiryat Ono, un sobborgo della città di Tel Aviv. Abu Jaber risiedeva a Kafr Qassem, zona ad est della città israeliana.

Una dipendente della scuola ha spiegato nel dettaglio al sito Ynet dell’uomo accusato di aver ucciso l’italiano e ferito altre persone sul lungomare della città israeliana. “Conoscevo Yousef Abu Jaber, era una persona molto carina con tutto lo staff. Molte cose non sono ancora chiare. Non avrei mai immaginato che fosse un potenziale terrorista“, ribadisce la donna.

Tel Aviv attentato
Il grave attentato avvenuto a Tel Aviv ha causato una vittima (ANSA)

Due anni fa l’uomo invitò a casa sua gli insegnanti per condividere l’Iftar, pranzo che segna la fine del digiuno diurno del ramadan. Sul caso è intervenuto sempre a Ynet anche il fratello dell’attentatore, Omar Abu Jaber, che ha parlato di un incidente e non di un attacco apposito. “Yousef aveva sei figlie, aveva dei nipotini, amava tutti e sorrideva sempre. Era contrario agli attacchi (terroristici), inequivocabilmente“, ha ribadito l’uomo.