Un omicidio in casa, lo compie un 23enne che accoltella il padre mentre dorme e tenta poi di suicidarsi. Prima però telefona ad un suo amico: “Ora tocca a me”
Il tentato suicidio di un giovane di 23 anni arriva dopo che lo stesso ha accoltellato il papà nel sonno. Il tragico evento è accaduto la notte scorsa, a Livorno. Un raptus che ha portato il ragazzo a commettere l’omicidio in casa.

La cronaca nera racconta sempre di più di delitti in famiglia: figli che uccidono padri e madri, genitori che ammazzano i propri bambini, nonni che maltrattano i nipoti e casi di femminicidio, purtroppo, all’ordine del giorno. La violenza in casa sembra crescere esponenzialmente con il trascorrere dei mesi. La causa di questo malessere psichico che colpisce talvolta le famiglie potrebbe essere legata, tra le altre cose, a un disagio sociale derivante dalla mancanza di valori, da un sistema fallato che porta alla deriva chi non ha gli strumenti adeguati per salvarsi.
Specchio di tale disagio è l’ultima tragedia consumata in famiglia. A perdere la vita per mano del figlio appena 20enne è Fabrizio Banti, 57 anni ucciso ieri sera nel suo letto. Ammazzato con diverse coltellate mentre dormiva.
Omicidio in famiglia: accoltella il padre e tenta il suicidio | L’orrore a Livorno
Il delitto si è consumato all’interno delle mura domestiche ieri sera nel quartiere residenziale tra la zona di Petrarca e di Coteto, a Livorno. Un ragazzo di 23 anni accoltella il padre nel sonno. Fabrizio Banti, 57 anni, non si è accorto di nulla, dormiva. Prima l’emorragia e poi il decesso. Il figlio 23enne dopo l’omicidio chiama un suo amico e confessa quello che ha fatto.

Nella telefonata aggiunge anche l’intento di suicidarsi: “E’ morto, sono stato io. Ora tocca a me”. L’omicidio è avvenuto in via Paganini, nel livornese poco dopo le 2 di notte. Il giovane killer è poi uscito di casa chiudendo a chiave la porta. Si è incamminato in strada, al buio e al freddo, fino a raggiungere un piccolo giardino distante poche centinaia di metri dal luogo del delitto.
Nel frattempo, sul posto sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Livorno per le prime rilevazioni del caso. Con gli uomini dell’Arma in via Paganini arriva anche il pm di turno Niccolò Volpe e i vigili del fuoco che hanno sfondato la porta dell’appartamento al quarto piano della palazzina per entrare al suo interno. Il medico legale ha constatato il decesso dell’uomo. Il figlio del 57enne è stato rintracciato in strada poco dopo in evidente stato di shock. Portato al pronto soccorso, il 23enne ha riportato anche diversi tagli sui polsi, segni di un tentato suicidio. Ascoltato dai carabinieri, al momento, il giovane non ha voluto dichiarare il motivo del violento gesto. Sarà accusato di omicidio, mentre il movente rimane ancora avvolto nel mistero.
La telefonata ai carabinieri: “L’ho ammazzato io, ora tocca a me”
Livorno è sotto shock per la notizia del dramma familiare avvenuto la scorsa notte. Il giovane, dopo aver accoltellato il papà alla gola, si è chiuso la porta di casa alle spalle e si è incamminato verso via Torino. Lì, a pochi passi a piedi ci sono i giardinetti comunali. Il 23enne in evidente stato confusionale e dopo aver chiamato un amico per confessargli il delitto, contatta anche i carabinieri della Compagnia di Livorno.

La telefonata in caserma arriva intorno le 3:00 della mattina, dopo un’ora dall’omicidio. Il presunto assassino dichiara di aver ammazzato il padre e aggiunge, come riporta anche il Tirreno: “Ora tocca a me”. A voler testimoniare il desiderio di farla finita.
Gli uomini dell’Arma intervengono e trovano il ragazzo seduto su una panchina del parco con evidenti segni lesivi ai polsi. Molto probabilmente se li era procurati da solo nel tentativo di suicidarsi. Ferito e confuso , è stato poi soccorso dall’ambulanza della Misericordia di Livorno, è stato poi trasportato in ospedale. Il ragazzo è stato arrestato e ora è piantonato in pronto soccorso dai carabinieri.