Sono trascorsi ben 11 anni dall’omicidio del 38enne seviziato, ucciso e dato alle fiamme. Ora, una lettera anonima arrivata al pm indica i possibili assassini. Indagate due persone
Si riapre il caso dell’omicidio del 38enne Giovanni Marco Chisari, trovato morto nelle campagne di Villaretto di Borgaro, nel torinese. L’uomo prima di essere dato alle fiamme è stato barbaramente seviziato. Sul cadavere è stato trovato un chiodo conficcato in fronte. Dal giorno del ritrovamento, per l’assassinio nessuno aveva pagato. Oggi spunta una lettera anonima arrivata direttamente nell’ufficio del procuratore.

Nel contenuto della missiva due nomi: due gli indagati. Sarebbero due fratelli che all’epoca di fatti avrebbero ucciso il 38enne per vendetta. Era il 2012 quando gli inquirenti non sono riusciti a trovare nulla di concreto che potesse portare all’arresto degli assassini di Giovanni Marco Chisari.
Dopo 11 anni il caso, rimasto irrisolto, è stato riaperto e due persone sono indagate ora per omicidio. Tutto grazie a una lettera anonima. Si tratta di Ivan Marcello Meloni accusato di omicidio premeditato e il fratello Alessandro che lo avrebbe aiutato a distruggere il cadavere.
Omicidio Giovanni Marco Chisari, 38enne seviziato e ucciso: i fatti
La vicenda del 38enne Giovanni Marco Chisari inizia il 12 marzo del 2012 quando il suo corpo senza vita viene trovato nelle campagne torinesi. Il 38enne, nel suo passato aveva qualche piccolo precedente per droga. L’uomo prima di essere ucciso è stato anche seviziato e infine bruciato.

I suoi aggressori gli hanno conficcato un chiodo in fronte usando molto probabilmente un asse in legno. Ancora vivo Marco è stato rinchiuso in un sacco di nylon nero. Mani legate con un fil di ferro per tenerlo fermo. Poi gli hanno dato fuoco. In ultimo hanno buttato il sacco in un fossato davanti a una cascina in via Santa Cristina.
Una morte che prende le sembianze di una vera e propria esecuzione, come di un regolamento di conti. Le indagini partono subito ma finiscono nel nulla e il caso si chiude con un omicidio ma nessun colpevole. Almeno fino a qualche giorno fa quando il pm Dionigi Tibone decide di riaprire il cold case. Il motivo è una lettera anonima indirizzata proprio al procuratore.
La lettera anonima che fa riaprire il caso dopo 11 anni
Sulla scrivania del pm arriva una missiva anonima. All’interno i riferimenti sono molto chiari e riguardano l’omicidio del 38enne Chisari connesso a un furto commesso nel lontano marzo di 11 anni fa. Gli investigatori riprendono le indagini e due nomi spuntano dalle indagini: sono quelli dei fratelli Ivan Marcello e Alessandro Meloni.

Nella lettera anonima si legge che Ivan Marcello è il genero di “uno con diversi guai con la giustizia”. E Marco avrebbe svaligiato proprio la villa di quest’ultimo diventando il bersaglio della vendetta della famiglia criminale. Ma l’autore della missiva afferma anche che il 38enne fosse stato contattato dai veri ladri del furto ed essere stato pagato per prendersi la colpa. Dunque Chisari è stato in realtà incastrato da qualcuno che aveva capito di aver commesso il furto alla famiglia sbagliata.
Durante l’interrogatorio, in compagnia del suo legale, Ivan Marcello Meloni ha risposto che la vittima, Marco Chisari lo avrebbe incrociato solo qualche volta in zona, ma nulla di più. L’indagato ha risposto alle domande del magistrato per quasi due ore. La verità, a distanza di 11 anni, forse verrà alla luce ora. Almeno questo è quello che spera la sorella di Marco Chisari, Cassandra che dopo il ritrovamento del cadavere del fratello aveva scritto sui social, così come riporta anche fanpage: “Non eri un santo ma non ti meritavi questo. Adesso non posso più toccarti. Chi ti ha fatto questo deve pagare ma non con la morte: devono soffrire”.