Roma, quartiere Pigneto. Una donna è stata aggredita, presa a pugni. Le sue urla attirano i vicini che riescono a salvarla. In fuga chi l’ha selvaggiamente picchiata. La vittima ha fatto un identikit del suo aggressore. Indagini in corso
Periferia est della Capitale, quartiere Pigneto. Cuore pulsante di movida, ma anche di spaccio e criminalità. Melting pot di etnie, cultura ed arte, crocevia del malaffare, soprattutto quando cala il buio.

La droga la si può comprare in ogni angolo e le aggressioni, le rapine e gli scippi, sono spesso all’ordine del giorno. Come nel caso della vicenda che questa mattina viene riportata sulle pagine de Il Messaggero e che riguarda proprio il quartiere in questione, dove diversi anni fa molti attori romani hanno deciso di ristrutturare loft e dove molti ristoratori hanno voluto aprire nuove attività per dare un volto cool a questa porzione di periferia. Distante solo 2 km dalla centralissima basilica di San Giovanni in Laterano.
Un caso di cronaca di cui oggi si legge sui giornali, ma che risale a qualche giorno fa, quando una donna sola, in orario tardo, prova a far rientro nella sua abitazione. E’ probabile che durante il tragitto sia stata seguita. Il cellulare pare spuntasse fuori dalla tasca dei suoi jeans. Sono le due del mattino, siamo su via Prenestina. E’ qui, fino all’incrocio con la via Casilina che si diramano una serie di strade e stradine che danno vita al folkloristico quartiere Pigneto. La donna, ha 36 anni, viene improvvisamente aggredita. Aveva raggiunto il portone della propria abitazione. Forse a sorprenderla è stato un nordafricano, stando alle indiscrezioni che trapelano al momento.
Roma, aggredita e picchiata al Pigneto. La donna fornisce identikit alla polizia

L’uomo si avventa sulla 36enne, la scaraventa a terra, lei prova a reagire, e la cosa provoca la reazione inaudita e violenta dell’aggressore che la picchia selvaggiamente. La colpisce con diversi pugni al volto. La donna per fortuna riesce ad urlare e attira l’attenzione dei residenti della zona e del palazzo, che subito chiamano i soccorsi. L’aggressore, senza proferire parola alcuna, fugge. La vittima viene portata al pronto soccorso più vicino. Viene medicata e giudicata guaribile per le contusioni e le ferite subite, in 10 giorni. Il corpo si riaggiusterà, ma l’animo di questa giovane donna come potrà superare un simile shock?
Il racconto della donna “Ho creduto volesse violentarmi”
La donna all’alba di giovedì rientra nella sua casa. Si sfoga, racconta il terrore vissuto, come scrive sempre al Messaggero, a chi vive come lei in quel palazzo “Sono morta di paura, sembrava una furia, ho creduto volesse violentarmi”. Si può subire una tale violenza alla fine di una bella serata tra amici? In certe zone della Capitale e non solo, pare proprio di sì. Sul caso indaga la polizia che ha repertato i vestiti della 36enne. Si spera di trovare le impronte digitali dell’aggressore. Magari è stato foto segnalato, cosa estremamente probabile, e le informazioni dalla banca dati, potrebbero dare una svolta investigativa al caso. Perchè per il momento, l’uomo non sarebbe stato rintracciato o fermato. Quindi un aggressore, anche violento, gira per quelle zone.
Un aiuto arriverà anche dalla descrizione che la vittima ha fornito dell’uomo: purtroppo molto somigliante a quella di decine e decine di nordafricani che vivono nel quartiere. In quella parte del Pigneto però, non ci sono impianti di videosorveglianza montati, quindi non è stato, nè sarà possibile, risalire alla dinamica dei fatti con tanta facilità. Le immagini, se ci fossero state, avrebbero dato un impulso diverso alle indagini. Sarebbe stato molto più facile risalire al violento responsabile dell’aggressione. In un‘intervista a Repubblica la 36enne ha ripercorso quegli attimi drammatici. Dalle parole della donna, si capisce quanto sia impellente che quell’uomo venga preso
Le urla della donna attirano i residenti, salvata da 2 ragazzi
“Ho tirato dritto verso il portone del palazzo, dove sono ospite in casa di alcuni amici. Lui mi ha seguita. Quando sono arrivata al civico 78, si è messo davanti al portone impedendomi di entrare. Mi ha detto che c’era rimasto male e che voleva abbracciarmi. Gli ho ripetuto: ‘Non ci conosciamo, non ti ho mai visto prima, lasciami entrare in casa‘”. Dopo questo scambio, apparentemente senza senso di battute, arriva l’orrore “ha iniziato a colpirmi sull’occhio sinistro, sulla mandibola, sul labbro. Mi ha anche morso una mano“. Quindi le urla a squarciagola che richiamano l’attenzione del vicinato. Alcuni si affacciano alle finestre e le dicono di tacere, poi due ragazzi scendono e la soccorrono. E mettono fine a quell’incubo.