19enne indiana si oppone a matrimonio, la famiglia la picchia e tiene segregata: il terribile racconto

Una ragazza 19 anni costretta ad un matrimonio forzato: il terribile racconto dell’avvocato della giovane rimasta a digiuno per due giorni. 

Il caso della 19enne è emerso dopo il racconto della giovane indiana che ha accusato i familiari di presunti maltrattamenti e di costrizione al matrimonio. Secondo il suo racconto, infatti, la famiglia le avrebbe dato del latte dal “cattivo sapore“, in grado di farla addormentare e svegliare con forte mal di testa.

Matrimonio forzato
Matrimonio forzato, la vicenda e i risvolti sul caso (Immagine Rete)

La giovane ne avrebbe parlato di recente con alcuni insegnanti, poi la decisione di segnalare l’episodio alle forze dell’ordine. La denuncia risale allo scorso 13 aprile, ora emergono nuovi dettagli sul caso.

La storia

La vicenda è stata segnalata da un istituto superiore della provincia di Bologna, poi la scoperta che ha aperto le porte ad un caso complicato. Il padre della giovane ha scoperto che la ragazza si sarebbe innamorata di un connazionale, da qui la decisione di picchiarla. Le avrebbe inferto calci, minacciandola anche di tagliarle la gola.

L’avvocato della ragazza ha fatto un parallelismo, con le dovute proporzioni del caso, parlando di quanto già accaduto tempo fa a Saman Abbas, ragazza che ha pagato con la vita la decisione di opporsi ad un matrimonio combinato.

Polizia
Terribile racconto fornito alla polizia sulle presunte violenze subite dalla famiglia per un matrimonio forzato (ANSA)

Un’altra Saman che si cerca di salvare, ma la burocrazia non riesce a farsene carico. Ieri ho ricevuto una richiesta di aiuto da parte di questa ragazza. Era andata a scuola, ma una volta arrivata a casa i familiari le hanno sequestrato il cellulare. È riuscita a comunicare con me grazie ai social, mi ha chiesto di vederci questa mattina“, ha spiegato l’avvocato.

Il legale della giovane ha spiegato che padre, madre, nonna e zio la picchierebbero e costringerebbero a rimanere segregata, prendendole anche i documenti dopo il rifiuto di un matrimonio forzato. “Ora è stata affidata alla preside, una privata cittadina, mettendo a repentaglio la sua incolumità perché la famiglia la sta cercando. Io mi sarei aspettata che lo Stato rispondesse: è un codice rosso, sono reati gravissimi. Invece dopo cinque ore di pianti, ci si schianta contro la realtà. Gli strumenti ci sono ma non vengono applicati“, denuncia l’avvocato della 19enne.

Tutto parte dalla segnalazione della scuola

A parlare di quanto spiegato dalla giovane è stata la scuola, poi la ragazza sarebbe stata convinta a formalizzare la denuncia alle autorità. L’avvocato Barbara Iannuccelli ha ribadito di voler trovare una soluzione.

Polizia
Il terribile racconto della ragazza 19enne, cosa ha spiegato alla polizia (ANSA)

La preside della scuola si sarebbe fatta avanti, ospitando per una notte la giovane, ora toccherà alla Questura di Bologna (la ragazza risiede in provincia di Modena) trovare una struttura protetta. Tutto è partito lo scorso mese di marzo dopo che una parente della giovane telefonò presso l’istituto, ribadendo che la ragazza non stava bene e che aveva perso il cellulare.

L’indomani, però, la giovane ha mostrato i segni sul collo, spiegando anche la voglia di intraprendere una relazione con un giovane, ma che la famiglia l’avrebbe indicata come “promessa sposa” ad un altro. I volontari del centro antiviolenza hanno ascoltato i racconti della ragazza, spiegando alla stessa di doversi rivolgere alla polizia per partire con l’iter che si avvia in casi come questi.