L’Inter e Telecom Italia sono stati condannati al risarcimento in solido di un milione di euro in favore di Bobo Vieri per lo spionaggio che avrebbe subito quando giocava nel club nerazzurro. Vieri aveva chiesto un risarcimento di 12 milioni a Telecom e di 9,250 all’Inter. Lo spionaggio risale alla vicenda dei dossier illegali della passata gestione di Telecom. Per i legati di Vieri era l’Inter il mandante dell’attività di spionaggio nei confronti dell’ex calciatore.
Tra il 1999 e il 2000 l’ex presidente di Telecom Italia, Marco Tronchetti Provera, il presidente dell’Inter Massimo Moratti e Giacinto Facchetti, dirigente della squadra fino alla sua scomparsa nel 2006, avevano deciso di rivolgersi a Giuliano Tavaroli, il capo della security interna di Telecom, per informarsi su come gli altri club calcistici “seguissero la vita” dei loro giocatori. A dare ulteriore conferma alla tesi sostenuta da Vieri, anche le parole di Melissa Satta, ai tempi ex compagna dell’ex calciatore, che attribuiva ai pedinamenti dell’Inter l’insonnia del fidanzato. E bene, a distanza di qualche anno, è arrivata la sentenza del Tribunale: Christian Vieri aveva ragione, l’Inter spiava il suo ex attaccante e per questo deve essere condannata.
La decisione è stata presa dal giudice della decima sezione civile Damiano Spera nell’ambito della causa intentata dall’ex bomber che, ha lamentato di aver subito danni psico-fisici da quell’attività di dossieraggio illegale effettuata dalla security di Telecom, in particolare sotto la guida di Giuliano Tavaroli, per conto dell’Inter. Bobo Vieri, assistito dall’avvocato Danilo Buongiorno, ha sostenuto di essere stato indebitamente controllato anche per 6 o 7 mesi consecutivi, 24 ore su 24, da quattro o cinque persone e tramite un’acquisizione illecita dei suoi tabulati telefonici. La sentenza del Tribunale civile è stata dichiarata “provvisoriamente esecutiva”, come si legge nel dispositivo ed è probabile che le due società impugnino il provvedimento davanti alla Corte d’Appello.