La sconfitta di Udine (2-0) diventa decisiva per decretare la retrocessione della Sampdoria che torna in Serie B dopo undici anni di massima serie
I due lati di una medaglia che molto spesso non basta a ‘pagare’ la passione calcistica di una città divisa per molti aspetti, ed estremamente unita per altri.

Il Genoa torna in Serie A dopo un solo anno di purgatorio. La Sampdoria retrocede in Serie B dopo undici anni di massimo campionato con sporadiche soddisfazioni.
Sampdoria retrocessa in Serie B
La rivalità tra Genoa e Sampdoria è assolutamente atipica non solo per il calcio italiano ma in genere. Tifoserie che si detestano da sempre e per le quali la supremazia cittadina è quasi l’unica cosa che conta in una città che non vince nulla da un pezzo. Ma che nei drammi di una città che negli ultimi anni ha subito alluvioni disastrose e il drammatico crollo del ponte Morandi hanno saputo stringersi e affratellarsi, per poi dividersi tra le rispettive gradinate.
A Genova definirsi ‘cugini’ non ha molto senso. Nella stessa famiglia spesso convivono tifosi di fede opposta che sanno che è meglio non parlare di calcio, in particolare in alcuni giorni dell’anno.
Lo scorso anno la retrocessione del Genoa in Serie B fu festeggiata dai tifosi della Sampdoria con il funerale, una vecchia tradizione genovese che risale ai campionati degli anni ’60.
Ö mortorio
A inventarla i genoani del gruppo goliardico cittadino che per salutare la prima retrocessione della Samp realizzarono Ö mortorio, una processione nella quale i tifosi avversari recitano salmi e preghiere citando giocatori, protagonisti e tifosi eccellenti della squadra retrocessa.
La tradizione si è perpetrata spesso, da una parte e dall’altra. Perché le soddisfazioni sono state poche, e quasi tutte concentrate negli anni ’90 quando le due squadre andavano davvero bene. La Samp vinse uno scudetto e numerose edizioni di Coppa Italia. Il Genoa arrivò addirittura alle semifinali di Coppa Uefa.
Ma in epoca di vacche magre a Genova sembra essere rimasta solo la festa per le sfighe degli altri. Alla fine della partita di Udine che retrocede la Samp, migliaia di tifosi genoani sono scesi in strada con fumogeni e bandiere. Restituendo il favore dello scorso anno. Anche se Ö mortorio vero e proprio si terrà più avanti.

Incubo fallimento
La Sampdoria è una situazione disperata. Dopo gli arresti di Massimo Ferrero dello scorso anno, le cose sono andate via via precipitando. La trattativa per portare la Samp a un altro investitore è iniziata molti mesi fa. Il trust che avrebbe dovuto trovare un acquirente serio al momento ha solo registrato qualche sporadico interesse, ma nessuna concretezza. Anche perché visti i conti chi avrebbe voluto investire lo ha fatto altrove.
Luca Vialli scomparso pochi mesi fa era stato l’unico a portare una proposta concreta da parte di una finanziaria estera. Ma la trattativa non andò a buon fine. E rimase l’unico vero cruccio del fuoriclasse che avrebbe voluto davvero fare qualcosa per la squadra con cui vinse il titolo 1991.
Alla guida del club un altro ex, Marco Lanna, persona seria che ha fatto di tutto per far quadrare conti impossibili. Che ora sono drammaticamente in rosso. La retrocessione era un fatto ormai acquisito con cui la gente blucerchiata ha fatto i conti da tempo. Ma il fallimento sarebbe assurdo in un paese dove il modo in cui la società era gestita era sotto gli occhi di tutti, in Lega e in Federcalcio. E si sono tutti girati dall’altra parte. Se la Samp non sarà in grado di ripianare un mare di debiti, soprattutto di natura fiscale, la società dovrà ripartire dai dilettanti, nel migliore dei casi dalla Serie D.
Il tutto nell’anno del ritorno in Serie A del Genoa, che 48 ore prima della festa per la retrocessione dei cugini, ha portato decine di migliaia di tifosi in centro per salutare il ritorno alla massima serie.