Nel calcio quando accade un episodio dubbio e l’arbitro fischia, spesso, nascono polemiche infinite: ecco quindi risse, spintoni e espulsioni. Remus Danalache, portiere di riserva della squadra rumena del Vointa Sibiue, ha trovato un modo singolare e pacifico per protestare contro l’assegnazione di un calcio di rigore. Come? Si è voltato di spalle!
Sul risultato di 3 a 1 a favore della squadra di casa (il Petrolul Ploiesti) l’arbitro ha assegnato un rigore dubbio per un contatto tra un difensore del Vointa Sibiue e un attaccante del Petrolul. Inutili le proteste verbali dei giocatori biancoverdi: il direttore di gara ha indicato il dischetto provocando la reazione sia della squadra che si è direzionata verso gli spogliatoi, sia del portiere.
AL 30′ del primo tempo l’arbitro aveva espulso Bunea (Vointa) assegnando poi un calcio di rigore al Petrolul ed espellendo il portiere Miron, autore del fallo. Danalache, appena entrato, non ha potuto far nulla e così si è andati all’intervallo sul risultato di 2-0. Si era poi arrivati sul risultato di 3-1 quando al 90’ l’arbitro ha decretato un altro tiro dagli undici metri al Petrolul: dalla panchina l’allenatore del Sibui ha invitato i suoi ad uscire dal campo con Danalache lasciato “al suo destino”.
E la reazione che ha destato maggior scalpore è stata proprio quella del portiere rumeno che si è messo a guardare verso la curva dietro la porta: questo ha portato l’arbitro a far ripetere l’esecuzione del penalty. Risultato? Danalache si è sì girato, ma non ha fatto niente di niente per bloccare il tiro dell’avversario, tenendo le mani allargate con un’aria anche piuttosto spavalda e arrabbiata.
Per le due squadre, entrambe neopromosse, un curioso caso che ha regalato loro, e in particolare a Danalache, attimi di notorieretà. Anche la Romania ha i suoi Indignados…
Foto da AP/LaPresse