Piloti di moto, ecco i 10 più forti di sempre secondo noi

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Il motociclismo ci ha regalato e ci regala emozioni da decenni: tanti i piloti che nell’immaginario collettivo sono dei veri e propri idoli. Chi veloce, chi carismatico e chi costante ad andare a podio: fare una classifica dei più forti di sempre è sicuramente difficile per via della soggettività che caratterizza i gusti in questo settore.

Attraverso un incrocio tra risultati e spettacolarità, ecco la nostra top ten: cosa cambiereste?


– La top ten di QNM:


1- Giacomo Agostini
(Brescia, 16 giugno 1942)
Il padre lo voleva ragioniere ma il giovane Giacomo Agostini era appassionato di moto: quando il genitore chiese consiglio al notaio di famiglia, quest’ultimo, equivocando fra ciclismo e motociclismo, diede il suo assenso, con la motivazione che un po’ di sport avrebbe sicuramente giovato al minuto ragazzo. La carriera di Agostini è nata anche con un pò di fortuna: detentore di 15 titoli mondiali è da molti considerato il più grande campione del motociclismo sportivo di tutti i tempi.

Nella sua lunga carriera ha vinto 123 Gran Premi riuscendo a guadagnare il podio in 163 delle 190 gare disputate. Nella classe 500 ha ottenuto 8 titoli mondiali con 68 vittorie nei GP e nella “350″ 7 mondiali e 54 vittorie nei GP.

– Altri record:
– Il suo palmarès si fregia anche di 20 titoli nazionali e di un totale di 311 vittorie in gare ufficiali.
– Nel 1968, nel 1969 e nel 1970 vinse tutte le gare delle classi 500 e 350 nel motomondiale
– È, insieme a Hailwood, il pilota che ha vinto più gare iridate (19) in uno stesso anno (1970)
– Ha anche corso in auto nel 1978 nel campionato di F.2 (su Chevron), nel 1979 e nel 1980 nel campionato Aurora con vetture di F.1 (su Williams)

Giacomo Agostini costituì sicuramente il primo esempio di vero e grande professionista delle due ruote: lo mettiamo in cima alla nostra classifica.


2- Valentino Rossi
(Urbino, 16 febbraio 1979)
Il confronto Agostini-Rossi esiste da anni: sicuramente Rossi non raggiungerà mai i 15 titoli del vecchio campione ma la sua fama e la sua leggenda è equiparabile a quella di Ago. A fine carriera, probabilmente, lo scettro andrà al Dottore: molto dipenderà anche dalle sue prossime annate con la Ducati.

Rossi è tra i piloti più titolati del motomondiale, in virtù dei nove titoli mondiali conquistati: è tra l’altro l’unico pilota nella storia di tale categoria motociclistica ad aver vinto il campionato in 4 classi differenti: 125 (1), 250 (1), 500 (1) e MotoGP (6).

La stagione 1996 del motomondiale sancisce l’esordio nel campionato del mondo di Valentino Rossi nella classe 125: conclude la stagione al 9º posto con 111 punti. L’anno dopo ecco il primo Mondiale. Nel 1999 si laurea campione del mondo della 250 con 309 punti dopo un secondo posto nellanno precedente, preceduto da Loris Capirossi. Dal 2000 in poi ecco le avventure in 500 e MotoGP: sono ben 7 i titoli vinti.

La sua carriera è stata caratterizzata da parecchie rivalità: Max Biaggi, Sete Gibernau, Casey Stoner e Jorge Lorenzo. Con il pilota romano, in particolare, sono spesso volate scintille.

Dal 2011 è passato alla Ducati: il suo primo anno è stato deludente ma la carriera di Valentino è unica: 9 titoli, 105 vittorie, 175 podi e 59 pole position. Merita, per adesso, almeno il secondo posto della nostra classifica.


3- Mike Hailwood
(Great Milton, 2 aprile 1940 – Birmingham, 23 marzo 1981)
Stanley Michael Bailey Hailwood è il nome completo del pilota inglese. Soprannominato “Mike the Bike”, è stato tra i più grandi campioni del motociclismo sportivo di tutti i tempi. Morì a soli 40 anni per in un incidente stradale che coinvolse anche la sua famiglia.

Hailwood corse la sua prima gara il 22 aprile 1957, a Oulton Park, in sella ad una MV Agusta 125: a soli 17 anni si piazzò all’11º posto, ma cominciò presto a vincere, ingaggiando anche epiche sfide con rivale Giacomo Agostini.

76 vittorie nel motomondiale e 9 titoli mondiali (4 nella classe 500cc, 2 nella 350cc e 3 nella 250cc) fanno di lui un pilota apprezzato ancora adesso. Ha disputato anche 49 Gran Premi in Formula 1, diventando così uno dei pochi piloti in grado di competere nelle serie maggiori sia su motoveicoli che su autoveicoli.


4- Wayne Rainey
(Los Angeles, 23 ottobre 1960)
Rayney è un ex pilota motociclistico statunitense, tre volte campione del mondo nella classe 500. Dal 1988 al 1993 fu uno dei protagonisti assoluti della classe 500 con tre titoli vinti consecutivamente ( nel 1990 – 7 vittorie e 255 punti, nel 1991 – 6 vittorie e 233 punti, nel 1992 – 3 vittorie e 140 punti).

Anche nella stagione 1993 era in testa al mondiale quando, a tre gare dal termine, rimase vittima di un grave incidente, riportando la frattura della colonna vertebrale e la conseguente paralisi alle gambe: la vittoria di quel Mondiale a Schwantz.

Sicuramente un peccato averlo perso dalle corse quando poteva ancora dare tanto: una curva del circuito di Laguna Seca è stata intitolata a suo nome.


5- Mick Doohan
(Brisbane, 4 giugno 1965)
Michael Doohan, pilota australiano vincitore del campionato del mondo della classe 500 per cinque volte consecutive (dal 1994 al 1998) è una delle leggende degli ultimi 20 anni.

Ha debuttato nel motomondiale nel 1989 con la Honda NSR 500. Nel 1992 ha rischiato l’amputazione di una gamba a causa di un serio incidente accorso durante il GP di Assen che gli permise comunque di giungere secondo in classifica a fine anno. Dopo un duro e lungo periodo di rieducazione Doohan è tornato alle corse, da vincente: cinque le vittorie mondiali consecutive nella classe 500 tra il 1994 ed il 1998.

Un tratto peculiare del modo di guidare di Doohan dopo il 1992 è stato quello di azionare il freno posteriore anziché tramite il normale pedale di destra, mediante una leva addizionale “a spinta” posta sulla sinistra del manubrio: questo perchè la sua gamba infortunata non aveva la forza necessaria per azionare il freno. Nel 1999, un nuovo sfortunato incidente portò però a nuova rottura della gamba e ne causarono il ritiro anticipato. Un peccato non aver potuto vedere scontri tra lui e l’emergente Valentino Rossi.


6- Angel Nieto
(Zamora, 25 gennaio 1947)
Il pilota spagnolo ha conquistato 13 titoli iridati nel motomondiale, secondo solo al nostro Giacomo Agostini: sei volte campione del mondo nella classe 50 cc (nel 1969, 1970 e 1972 su Derbi; 1975 su Kreidler; 1976 e 1977 su Bultaco) e campione nella classe 125 cc per sette volte (nel 1971 e 1972, su Derbi; 1979 e 1981 su Minarelli; 1982, 1983 e 1984 su Garelli).

In tutta la sua carriera ha portato a casa 90 successi nei Gran Premi (27 vittorie nella classe 50 cc, una nella 80 cc e 62 nella 125 cc), 139 podi e 34 pole position.

Una curva del circuito di Jerez de la Frontera porta il suo nome: la testimonianza della grandezza di questo pilota.


7- Freddie Spencer
(Shreveport, 20 dicembre 1961)
“Fast Freddie” è un ex motociclista statunitense campione iridato per tre volte e ultimo ad aver vinto nello stesso anno il titolo mondiale in due differenti categorie: nel 1985 con 15 pole, 7 successi e 141 punti nella 500 e altre 7 vittorie, 6 pole e 127 punti in 250 riuscì infatti a portarsi a casa questi due incredibili titoli nello stesso anno.

Spencer è stato un rivoluzionario nel mondo delle 500. Ha introdotto infatti le linee di guida attuali per questa categoria, variando lo stile di guida che si basava su caratteristiche simili a quelle delle 250: nelle più potenti 500 si dovevano infatti seguire traiettorie non linee rotonde, da manuale ma ciò che contava era uscire forte, dando tutto il gas il prima possibile.

Ha vinto il suo primo titolo in 500 a solo 21 anni dopo un duello con Kenny Roberts. Dopo il 1985, però, il crollo: psicologico, fisico, non si sa. Misteri, ritiri misteriosi e altrettanto fugaci ritorni sulla scena del motomondiale fanno di Spencer un oggetto del mistero, ammirato da molti e non compreso da altri. Il suo mito comunque resta ancora vivo in molti di quei fan che a metà degli anni ’80 lo adoravano.


8- Kenny Roberts
(Modesto, 31 dicembre 1951)
Kenneth Leroy Roberts è un ex pilota motociclistico statunitense, 3 volte campione del mondo.

Nel corso della sua breve carriera (solo 9 stagioni da professionista) Kenny Roberts è stato sempre fedele alla Yamaha che nel 1974 lo fece esordire nella classe 250. Nel 1978 disputò due mondiali: arrivò quarto nella classe 250 (con due Gran Premi conquistati) e primo nella classe regina, con quattro vittorie all’attivo. Si laureò campione del mondo della 500 anche nel 1979 e nel 1980: i successivi due anni arrivò secondo e nell’83 decise di ritirarsi dopo aver il titolo mondiale per soli 2 punti nei confronti di Freddie Spencer.

Indimenticabile il suo modo di festeggiare le vittorie: un giro di pista compiuto su una sola ruota. Fu soprannominato “il marziano” per come esordì e colse successi sulle piste di tutto il mondo: è stato sicuramente tra i più grandi di sempre.


9- Eddie Lawson
(Upland, 11 marzo 1958)
Lawson è un ex motociclista statunitense, quattro volte iridato nella massima categoria del motomondiale. Al termine della carriera il suo bilancio nel campionato mondiale è di 130 Gran Premi disputati, tutti in Classe 500, con 31 vittorie, 31 secondi posti e 16 terzi posti.

Tra le sue altre vittorie sono da evidenziare una vittoria nella 200 miglia di Daytona della superbike e la 8 Ore di Suzuka del 1990.

Ha guidato Honda, Yamaha e anche Cagiva ed è stato sicuramente uno dei migliori per come era capace di controllare l’andamento della gara e per una apparente impassibilità di fronte ad ogni cosa: professionista totale.


10- Kevin Schwantz
(Paige, 19 giugno 1964)
Kamikaze, testa calda, pilota impossibile, il texano dagli occhi di ghiaccio: sono tanti gli appellativi che caratterizzavo la vita di Schwantz e che delineano le caratteristiche di questo ex pilota statunitense. Per il suo stile aggressivo e funambolico Schwantz eccelleva in agilità, grip e frenata, di cui era un maestro.

Schwantz aveva inoltre un ottimo rapporto con la stampa e questo non fece che aumentare, ovviamente, la sua fama. Un infortunio al polso destro gli impose il ritiro dal motociclismo professionistic: la Federazione Internazionale Motociclismo, in segno di rispetto, ha ritirato il suo numero 34 dalle carene delle moto partecipanti al mondiale nella classe regina.

Un campione è tale quando i numeri parlano per lui ma un mito va oltre tutto questo: un mito emoziona, fa esultare e a volte quasi piangere. E Schwantz appartiene a questa categoria.

I gusti personali, le classifiche e le nuove leve (Stoner, Lorenzo?) potranno cambiare questa classifica: e voi che dite? Quale la vostra personale classifica?