Dopo l’apertura del CIO agli atleti russi, si profila l’ombra di un nuovo boicottaggio politico in vista delle Olimpiadi di Parigi
Si profila di nuovo l’ombra del boicottaggio sulle Olimpiadi. È forte la tensione anche tra le istituzioni sportive dopo la decisione del CIO, il comitato olimpico internazionale, di aprire di nuovo anche agli atleti russi le competizioni ufficiali.

Una decisione che non è definitiva e nemmeno globale. Perché se è vero che molte federazioni stanno già valutando di riaprire agli atleti, ma non alle rappresentative di Russia e Bielorussia, altre hanno intenzione di mantenere le loro sanzioni in termini di squadra.
Olimpiadi, cosa dice lo statuto
Le Olimpiadi moderne, secondo lo statuto scritto da monsieur Pierre De Coubertin sono chiuse a paesi che applicano dittatura militare, oppressione, totalitarismo, aggressione bellica. Ma anche la pena di morte o che esercitano il loro predominio sulle minoranze attraverso la propria supremazia militare.
Come dire che basterebbe pensare a Stati Uniti, Russia e Cina, che hanno ospitato molte edizioni delle Olimpiadi invernali ed estive anche recentemente, per dire che questo statuto è stato rispettato assai raramente.
Ma di fronte a un intervento bellico come quello della Russia in Ucraina le considerazioni sono diverse. Tutto troppo clamoroso è recente, considerando anche notizie piuttosto inquietanti che parlano di deportazione di bambini, vittime civili, bombardamento di palazzi e quartieri che non rappresentavano alcun obiettivo militare. Dal febbraio dello scorso anno quasi tutte le federazioni e le principali competizioni sportive, avevano chiuso la porta alle squadre e agli atleti russi. Dalla Formula 1, al tennis, dal calcio alla pallavolo.

L’Ucraina boicotta
Dopo la presa di posizione da parte del CIO, il comitato olimpico dell’Ucraina ha affermato che i propri atleti non scenderanno in competizione contro i russi nelle qualificazioni in vista delle Olimpiadi di Parigi. Il che equivale a un vero e proprio boicottaggio.
Lo ha precisato il ministro Oleh Nemchinov su proposta del delegato allo sport Vadym Huttsait che è anche presidente del comitato olimpico nazionale. La condizione che gli atleti che si definiscano ‘neutrali’ imposta dal CIO come garanzia per prendere parte alle competizioni ufficiali, evidentemente, non è sufficiente.
“Se ci saranno atleti russi non parteciperemo ma stiamo valutando l’ipotesi di boicottare i giochi di Parigi in modo definitivo” ha detto Nemchinov.
Il CIO sembrava essere riluttante a escludere russi e bielorussi da Parigi per paura di un ritorno ai boicottaggi dell’era della Guerra Fredda, come nel caso di Mosca 1980 e Los Angeles 1984. Ma nel frattempo alla decisione del comitato olimpico internazionale si registra anche un notevole irrigidimento da parte di molti atleti, federazioni e governi europei.