Non poteva iniziare meglio di così l’avventura azzurra alla trentesima Olimpiade organizzata a Londra. La seconda giornata di gare ha regalato subito un bel po’ di medaglie alla nostra nazionale in diverse discipline sportive. Incredibile e prestigiosissimo il podio conquistato dalle tre fiorettiste Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali, non meno eclatante le performance azzurre nel tiro con l’arco e nella pistola che hanno rotto gli indugi facendo piovere i primi titoli olimpici nel nostro medagliere.
Tesconi d’argento nella pistola
La prima medaglia in assoluto conquistata dalla spedizione azzurra in Inghilterra è stata di Luca Tesconi, argento nella pistola ad aria compressa dai 10 metri. L’azzurro ha chiuso al secondo posto alle spalle del solo coreano Jin Jongoh al termine di una grande rimonta nelle serie finali. Tesconi, carabiniere di Pietrasanta, ha totalizzato 685,8 punti contro i 688,2 dell’avversario. Sul terzo gradino del podio il serbo Andrija Zlatic (685.2). Francesco Bruno 29esimo. Questa di Londra è l’ottava medaglia nella storia dell’Italia olimpica del tiro a segno, la terza d’argento. L’ultima a salire sul podio, nella gara delle carabina 3 posizioni di Atene 2004, era stata l’attuale ct della squadra azzurra Valentina Turisini. Nella finale Tesconi ha ottenuto la miglior prestazione nei dieci tiri, con 101,8 punti, meglio di tutti gli altri sette avversari. Jin Jongoh ha trionfato in quanto disponeva di quattro punti in più dalle qualificazioni. “Ci avrei messo la firma, assolutamente non me l’aspettavo. Mi sono reso conto di aver vinto una medaglia olimpica soltanto quando sono salito sul podio, quindi all’ultimo momento. Sono stato l’ultimo azzurro a conquistare il pass olimpico ed ora mi sento molto orgoglioso di ciò che ho fatto. Quasi non ci credo, sono strafelice, il tiro a segno è il mio sport e anche la mia vita” – ha spiegato Tesconi dopo l’argento.
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Il tiro con l’arco ci regala il primo oro olimpico
Sono d’oro gli arcieri azzurri ed è una vittoria bellissima, fatta di cuore, umiltà e anche tanta tecnologia grazie alla collaborazione con la Ferrari e l’Istituto di Scienze e Medicina dello Sport del Coni che ha garantito una selezione delle frecce migliori e delle scarpe più adatte. L’impegno e l’ingegno, oltre che naturalmente la classe e la tecnica messa in gara dagli atleti azzurri ha pagato con il primo oro olimpico. In finale il terzetto formato da Michele Frangilli, Marco Galiazzo e Mauro Nespoli ha sconfitto gli Stati Uniti per 219-218: decisivo il 10 di Frangilli all’ultimo tiro. In precedenza gli azzurri avevano battuto Taipei per 216-206 negli ottavi, superato la Cina nei quarti per 220-216 e il Messico in semifinale per 217-215. A Pechino i tre avevano vinto l’argento. “Quando ho visto che Marco ha fatto 8 e ho sentito il pubblico rumoreggiare mi sono detto che dovevo fare solo 10. E l’ho fatto, non ho pensato ad altro. Ho pensato a mia madre Paola che è morta nel 2005. Lei c’era ad Atlanta ed anche ad Atene, pur stando già male. Ma lì, davanti a lei, non sono riuscito a vincere. Oggi sono sicuro che da lassù mi ha aiutato” – ha commentato Frangilli dopo l’oro. Emozionato e soddisfatto anche Petrucci per un oro che spera sia il primo di una lunga serie: “La prima medaglia d’oro è sempre la più bella, si rompe il ghiaccio in una giornata per noi importante. Gli arcieri se lo meritavano: questa è una federazione che ha lavorato bene. È evidente che ha pagato la collaborazione con la Ferrari” – ha detto il presidente del Coni.
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