Un monumento di bronzo per la mountain bike. Marco Aurelio Fontana ha conquistato il terzo posto nella prova di cross-country, dietro al ceco Jaroslav Kulhavy e allo svizzero Nino Schurter. Per quello che ha fatto ieri e per come lo ha fatto, perché è stato bravo ad entrare nella fuga giusta (con il ceco Kukhavi e lo svizzero Schurter, due big) e poi a restarci, e perché è stato quasi eroico, nell’ultimo mezzo giro, quando il destino gli ha fatto lo sgambetto, una buca presa di brutto, la sella che va in pezzi, gli ultimi chilometri senza mai potersi sedere, praticamente un incubo, a difendere il terzo posto con la forza dei muscoli e della disperazione, fra rabbia, lacrime e acrobazie, dopo un’ora e mezza di corsa massacrante e bellissima, senza tregua né respiro, fra salite impervie e discese mozzafiato, in una bagarre costata subito la resa al campione olimpico in carica, il francese Julien Absalon.
L’azzurro è un fiume in piena. “Questa medaglia la dedico alla mia famiglia, a tutti quelli che mi sono stati vicini, ma soprattutto alla mountain bike italiana”. Dopo l’arrivo per Marco Aurelio, ci sono state rabbia e un po’ di lacrime. Alla fine però la gioia per una medaglia magari non sorprendente ma nemmeno scontata. Fontana era stato quinto a Pechino, nel Mondiale è regolarmente fra i migliori. “Quello che non mi aspettavo era l’incidente, anche perché non mi era mai capitato prima in tutta la mia carriera una cosa del genere. Stavo lottando con Schurter e Kukhavi, eravamo ad un chilometro dal traguardo e io andavo prudente perché avevo il terrore di forare, quando ho preso una buca, una delle mille buche di una corsa. Ho sentito la sella muoversi e ho pensato che con il sedere l’avrei tenuta su. Invece avevo rotto anche il reggisella e in queste condizioni restare in equilibrio è difficilissimo, in salita più che in discesa. Ho avuto un attimo di panico, poi mi sono imposto di stare calmo. E, a mente più fredda, devo dire che sono stato proprio bravo e anche intelligente a difendere il terzo posto. E poi i due che erano con me sono fortissimi e non è detto che anche senza l’incidente sarebbe andata diversamente” – ha concluso l’azzurro.