[galleria id=”6399″]
AP/LaPresse
E’ ancora lui, è sempre lui. Usain Bolt, The Lightning Boy ha vinto la medaglia d’oro nella finale dei 100 metri maschili, probabilmente la gara regina delle Olimpiadi, la disciplina più attesa della kèrmesse. Insuperabile il giamaicano che dopo il consueto show gesticolante davanti alle telecamere poco prima della partenza, inquadrato dagli obiettivi e osannato dagli spalti strapieni, ha dato vita ad un 100 metri super.
All’ottima partenza è seguita una cavalcata eccezionale, una delle sue, una progressione fulminante che ha infranto le speranze dei concorrenti, Blake e Gatlin su tutti. Le corsie per la finale: 2 Thompson, 3 Powell, 4 Gay, 5 Blake, 6 Gatlin, 7 Bolt, 8 Bailey, 9 Martina. Bolt spavaldo prima della rincorsa all’oro, poi è tempo di correre, difendere il primato, migliorarlo se è possibile, riscrivere la storia delle Olimpiadi il sogno. Non ce n’è per nessuno. E’ sempre Usain Bolt l’uomo più veloce del pianeta. Ai Giochi di Londra il giamaicano, primatista del mondo in carica con 9″58, si conferma campione olimpico dei 100, chiudendo la gara più attesa in 9″63, un tempo che non gli permette di abbattere il record del mondo ma è comunque record olimpico.
Battuto il connazionale Yohan Blake, iridato in carica e suo principale antagonista, secondo in 9″75. Terzo l’americano Justin Gatlin (9″79). Tempo di reazione di Bolt: 0″165. S’è mosso più veloce di Blake e di Gatlin. Ha avuto pure il tempo di guardare il tabellone. Lo stadio inneggia a gran voce “Usain, Usain”, come lui nessuno mai.
