Marcell Jacobs: il merito della vittoria va alle scarpe? La risposta è no

Un momento d’oro per l’atletica leggera italiana: in queste Olimpiadi di Tokyo ha conquistato, a oggi ben, tre ori pesantissimi. Gianmarco Tamberi nel salto in alto, Massimo Stano nella 20 km di marcia pochi minuti fa e soprattutto Marcell Jacobs nei 100 metri, la gara regina dei giochi olimpici, dominio degli Stati Uniti prima e della Giamaica poi.
Marcell ha portato l’Italia per la prima volta in finale e quindi alla vittoria, risultando perciò il quarto paese europeo a fare l’impresa dopo Gran Bretagna, Germania e Unione Sovietica. La sua vittoria è stata così strabiliante e inaspettata da portare con sé anche svariate polemiche. Accuse di doping, USA che rivendicano il suo essere americano (il padre è texano mentre la madre è bresciana) e non per ultime anche quelle in merito alle scarpe.
Le Nike Air Zoom Maxfly sono le calzature incriminate, che già prima delle Olimpiadi erano state criticate da Usain Bolt, re giamaicano della specialità, che aveva avanzato qualche dubbio in merito alla loro capacità di favorire le prestazioni. Anche Karsten Warholm, fenomeno norvegese dei 400 ostacoli che ha stravinto con tanto di record del mondo, si è detto scettico sulla scelta di queste scarpe, che potrebbero addirittura togliere credibilità alla disciplina.
Tutto concorre a screditare una vittoria che ha invece dimostrato una volta in più come lo sport stia cambiando e come il dominio di pochi paesi e in determinate specialità si stia aprendo alla globalizzazione, di fatto rendendo ancora più interessanti e competitivi i giochi, già spettacolari di loro.

Marcell Jacobs risponde alle accuse

A rispondere a tutte queste accuse è stato il diretto interessato: se sul doping ha preferito non commentare nemmeno, sulla sua “americanità” ha messo in chiaro di essere 100% italiano e di avere solo le fibre muscolari made in USA e di non volersi trasferire Oltreoceano.
Sulle scarpette incriminate, così leggere e “rimbalzanti” da farlo volare più degli altri, ha dichiarato: “Ogni marca ha le scarpe praticamente identiche. Quando me le hanno mandate ho fatto i test e dal pc non abbiamo visto grandi differenze. Le velocità, le ampiezze e le frequenze sono quelle. È forse più una questione di come riesci ad adattarti“. Dunque non c’è nessun trucco né aiuto fuorilegge da parte delle calzature Nike, è tutto merito del suo impegno e del suo duro allenamento.
Al suo chiarimento, fanno eco le parole di Sebastian Coe, due volte medaglia d’oro nei 1500 piani e presidente di World Athletics, la federazione mondiale d’atletica leggera. Per nulla sorpreso delle accuse, la norma in ambiente sportivo, si è dichiarato più stupito che l’Italia non fosse mai riuscita a entrare in finale nella specialità dei 100 m. Ha inoltre aggiunto che non solo Jacobs è in forma e in progressione regolare, ma che il sistema antidoping è ormai attentissimo, perciò la vittoria dell’atleta azzurro è semplicemente perfetta. Con buona pace di USA, UK e Giamaica.