Terminata la stagione e i campionati europei, l’attenzione dei tifosi è di nuovo rivolta al calcio, quello non giocato, quello che si consuma quotidianamente sulla carta stampata a colpi di offerte, controfferte e corteggiamenti serrati, i sintomi tipici del calciomercato ma non solo. E’ tempo di parlare delle nuove maglie che le formazioni di Serie A indisseranno nella prossima stagione, quale stile adotteranno, quali colori sceglieranno, se ci sarà continuità nella tradizione o un taglio netto e un’apertura alla novità, la qualità dei tessuti, stemmi e loghi impressi.
Tutto canonico insomma, se non fosse per l’eterna diatriba tra Milan e Juventus sul tricolore incriminato apparso sulla casacca rossonera che a quanto pare, ha mandato su tutte le furie i sostenitori bianconeri. La parola corretta è “inferociti”, così si sentono i tifosi della Vecchia Signora, quasi derubati e defraudati di qualcosa vinto sul campo. La polemica è scoppiata quando sono state rese pubblice le nuove divise rossonere. La prima maglia ufficiale del Diavolo ha un design che richiama il passato con la presenza di strisce più larghe: 5 in totale di cui 3 nere e 2 rosse.
Torna, dopo tre anni, il collo a polo, che ha sul retro la scritta AC Milan, e vengono confermate le tre strisce bianche. Il caso è scoppiato sulla seconda e terza maglia su cui compare un piccolo tricolore sopra la scritta “Adidas”. Apriti cielo, gli juventini stanno rivendicando lo scudetto appena vinto sul campo e denunciano questa “appropriazione indebita”. L’ad rossonero Adriano Galliani ha cercato di giustificare il tutto confidando che si tratta di: “Una scelta di marketing” e niente più. Ci crediamo? Intanto il popolo bianconero rosica a ragione o a torto.
Tricolore della discordia a parte, la nuova maglia della Juventus come promesso si presenterà con strisce bianco e nere larghe e regolari, nessuna stella (una stella rappresenta dieci scudetti vinti nel corso della storia, n.d.r.) e lo lo sponsor in bella vista. Forse per non buttare altra benzina sul fuoco, in Corso Galileo Ferraris hanno pensato bene di imprimere due stelle più una una toppa da applicare sopra il logo in modo da sostituire quello esistente con il nuovo ovale sotto il quale sarà presente la scritta “30 sul campo”, un numero che non ha il benestare nerazzurro considerata la pesante eredità di Calciopoli ancora in atto nelle aule di tribunale. Per il resto tutti gli altri dettagli sono confermati con la massima di Boniperti : “Vincere non è importante è l’unica cosa che conta” impressa dietro il colletto rigorosamente nero e maniche con estremità dello stesso colore.