Il Kendo è un’arte marziale giapponese che significa ”via della spada”. Si tratta di uno stile tradizionale nipponico di scherma che trae ispirazione dai metodi di combattimento degli antichi samurai che ha come ideale “una via per la formazione dell’essere umano, attraverso la pratica e lo studio dei principi della spada giapponese“. Si tratta di una disciplina “etico-sportiva” che ha un legame con la filosofia Zen e che è caratterizzata dal fatto che l’aspetto agonistico non è prioritario ma è anzi subordinato a principi etici cardine come rispetto, cortesia, lealtà e correttezza.
– La pratica: a chi è consigliato e a chi no
La pratica del Kendo è libera e consigliata a tutti, senza limitazioni di età e/o sesso. In Giappone, ad esempio, si inizia anche a 5 o 6 anni di età, per arrivare meglio preparati a questa disciplina che durante le scuole superiori può diventare anche oggetto di studio.
– L’equipaggiamento:
Nonostante sia definita “l’arte della spada” (detta Katana), il Kendo oggi prevede lo Shinai, una sorta di bastone composto da quattro stecche di bambù tenute insieme da parti accessorie di cuoio e tenuto solitamente con due mani.
Oltre allo Shinai, l’equipaggiamento comprende:
– una casacca (KEIKOGHI)
– una gonna pantalone (HAKAMA)
– un corpetto (DO)
– un grembiule (TARE)
– un casco con protezioni per le spalle (MEN)
– due guantoni protettivi per mani e polsi (KOTE)
Nei primi mesi di pratica i principianti possono anche fare a meno dell’armatura, preferendo un judoghi o una semplice tuta. Successivamente sarà indispensabile…
– Regole:
Oltre al rigoroso equipaggiamento, il Kendo prevede alcune gestualità obbligatorie: la pratica si svolge all’interno di un dojo, un’ampia stanza con pavimento ricoperto di parquet; solitamente si inizia e finisce sempre con il triplice saluto che precede i suburi, cinque esercizi di riscaldamento con lo shinai joge-suburi, naname-suburi-ritenuto parte integrante di joge-suburi-, zenshin-men, zenshin-kotai-men, zenshin-kotai-sayu-men e choyaku-men (o aya-suburi)). C’è poi una parte di studio delle tecniche vere e proprie per concludere con il ji-geiko, un’esecuzione di mosse di kendo di qualità, senza ricerca di agonismo.
E’ poi importante lo studio dei Kata o “forme”: consistono in 10 serie di attacchi e contrattacchi (7 con la spada lunga – Bokken – e 3 con la spada corta – Kodachi) eseguite in coppia e senza armatura.
– I colpi consentiti:
– Tre colpi da taglio:
1. alla sommità del capo (MEN)
2. ai fianchi dell’armatura (DO)
3. alla metà inferiore dell’avambraccio destro (KOTE)
– Un colpo di punta alla gola (TSUKI)
– I gradi:
I gradi di preparazione sono valutati attraverso appositi esami che non prevedono una qualificazione derivante dall’uso di cinture colorate. Esistono 6 gradi inferiori (kyu) che vanno attribuiti in ordine decrescente dal 6° al 1° e 8 gradi superiori (DAN) che sono invece attribuiti in ordine crescente dal 1° al 8°. In base al grado gli esami vengono sostenuti all’interno del proprio dojo o davanti a un’apposita commissione in occasione di raduni nazionali.
Sicuramente un’arte molto particolare e affascinante: in Italia sono presenti numerose scuole. Se vi interessa un salto al sito della Conferazione Italiana Kendo potrebbe rivelarsi utile.