Sabato sera si gioca il derby d’Italia Juventus-Inter che, dopo qualche anno, torna ad affascinare oltre che per la storia per la situazione della classifica che vede bianconeri e nerazzurri primi e secondi divisi da soli 4 punti. Entrambe arrivano da una striscia di vittorie davvero invidiabile: 5 per gli uomini di Conte, addirittura 6 per la banda di Stramaccioni che sta conquistando a suon di risultati e gioco la palma di prima antagonista dei campioni d’Italia in carica. A 2 giorni dalla sfida che accende i cuori di un’intera nazione calcistica, ripercorriamo i precedenti, la storia e le curiosità che fanno di una semplice partita, una vera e propria leggenda.
I numeri
La definizione Derby d’Italia fu coniata da Gianni Brera nel 1967: il più grande giornalista sportivo italiano di sempre sottolineò così le due tifoserie più corpose dello Stivale. 159 gli incontri in Serie A, il settantanovesimo a Torino. 55 vittorie le conquistate, a fronte di sole 10 sconfitte e 14 pareggi per la squadra bianconera. L’Inter non vince nel capoluogo piemontese dal 20 aprile 2005, giorno in cui fu Julio Cruz a firmare l’1-0 finale. L’ultimo pari invece risale al 18 aprile 2008 quando Balotelli e Grygera fissarono il parziale sull’1 a 1.
Una rivalità storica
L’odio calcistico (e purtroppo anche extra) risale probabilmente ad una data: 16 aprile 1961. L’Inter vinse la partita a tavolino per 2 a 0 perché al 30 del primo tempo il pubblico divelse una recinzione imponendo all’arbitro genovese Gambarotta la sospensione del match . La Caf successivamente impugnò la sentenza disponendo la ripetizione della gara. I sospetti si addensarono su Umberto Agnelli che in quel momento rivestiva la doppia carica di presidente della Juventus e della Federcalcio. Angelo Moratti infuriato decise di mettere in scena una protesta clamorosa: schierare in campo la squadra giovanile. Nel 9-1 del 10 giugno 1961, Omar Sivori andò a segno ben 6 volte. Il gol della bandiera dell’Inter fu segnato su calcio di rigore da un giovanissimo Sandro Mazzola alla prima apparizione in Serie A. Fu invece l’ultima presenza di Giampiero Boniperti che a 33 anni decise di appendere le scarpette al chiodo: l’atteggiamento di Sivori e probabilmente della dirigenza bianconera lo colpì al cuore.