Guardiola lascia il Barcellona: “sono stanco”

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E’ finita, questa volta in modo ufficiale. Josep Guardiola, conosciuto al mondo con il soprannome di Pep, un appellativo che ne indica meglio quell’aria da ragazzo alle prime armi che ha saputo stupire tutti, ha troncato la sua lunga e vincente relazione con il Barça dopo quattro anni di attività, quattro anni dove ha messo in bacheca tutti i trofei possibili e ha lanciato un nuovo modo di giocare al calcio, un modello esemplare e allo stesso tempo spettacolare preso come stereotipo da tutte le più importanti società del mondo.

Grazie a lui, i catalani si sono guadagnati la fama di essere la formazione più coriacea ed invincibile al mondo ed ora che l’era Guardiola a Barcellona è finita ci chiediamo chi riuscirà ad ereditare senza timore l’ingombrante eredità lasciata dal tecnico di Santpedor. L’annuncio ufficiale è arrivato alle undici di questa mattina dopo un incontro con i giocatori durato circa due ore, poi l’onere di informare la stampa della separazione è stato dato al presidente Sandro Rosell che ne ha dato comunicazione intorno alle 13:30. “Guardiola non sarà più il nostro allenatore. Lo ringraziamo per aver migliorato il nostro club, onorando i valori e la bandiera del Barça. La nostra gratitudine va al miglior allenatore della nostra storia” – ha detto stringato il numero uno blaugrana consapevole di perdere una risorsa, forse insostituibile.

L’esordio tra mille difficoltà

Lo spagnolo, già allenatore della squadra B, fu promosso a tecnico in prima nel luglio 2008 quando subentrò all’olandese Frank Rijkaard. Il suo insediamento sulla panchina del Camp Nou non fu accolto con entusiasmo, anzi il patron catalano dell’epoca Juan Laporta ricevette pochissimi consensi al fronte di tante critiche ma Guardiola che al Barça militò dal 1990 al 2001 come giocatore, non si fece travolgere dal malcontento dilagante e dimostrò di essere all’altezza sul campo. I risultati non tardarono ad arrivare; Liga Spagnola, Coppa del Re, Champions League, tutte le manifestazioni sono state terra di conquista per l’iberico 41enne che portò al trionfo i Galacticos per tre volte nel campionato spagnolo a cui si aggiungono due Champions League, due Mondiali per club, due Supercoppe d’Europa, tre Supercoppe di Spagna e una Copa del Rey, per un totale di 13 titoli prestigiosi. Il successo dello squadrone catalano è stato possibile anche grazie alla presenza di giocatori-alieni, uno su tutti Lionel Messi 3 volte Pallone d’Oro e prediletto di Pep il cui operato fu suggellato nel 2011 quando si aggiudicò il Pallone d’Oro nella categoria allenatori. “Non è una situazione semplice per me. Mi dispiace per l’incertezza che si è creata, e se qualcuno ha messo in dubbio il mio impegno e la mia serietà negli ultimi mesi. Ma io sono stato anche un giocatore del Barcellona, questa è sempre stata casa mia e la decisione è stata difficilissima. Ma quattro anni sono un’eternità per un allenatore del Barcellona” – ha detto l’ex giallorosso in conferenza stampa.

Dopo Barcellona-Manchester United l’inizio della fine

Una scelta sofferta ma doverosa, il connubio col Barça era agli sgoccioli e già dopo la vittoria in Champions dell’anno scorso a Wimbledon contro lo United, il rapporto sembrava sfilcacciato per incomprensioni con una parte dello spogliatoio. Cambiare aria è sembrata la cosa migliore per tutti, peccato però che Guardiola lasci con la seconda posizione in classifica in Liga e con sul groppone le recenti sconfitte contro Real in campionato e Chelsea alle semifinali di Champions. Al suo posto arriverà Tito Vilanova, suo vice fidato e sempre attento ma inevitabile resta la paura e l’amarezza dei tifosi blaugrana privati del loro stratega che con umiltà e intelligenza ha conquistato la stima di tutti. Per Pep all’orizzonte c’è un anno sabbatico, un periodo di stop e riposo necessario per costruire ambiziosi progetti e ritrovare nuovi stimoli, d’altronde un’esperienza sfibrante e totalizzante come quella vissuta a Barcellona lascerà il segno per sempre.