La tipica partita di fine stagione, quella che se va in un certo modo fa contenta entrambe le squadre in campo. Mentre in Italia imperversa lo scandalo del calcioscommesse con interrogatori a tappeto e la scoperta di nuovi match truccati, in Spagna e più precisamente nella Seconda Divisione iberica, la nostra Serie B, la combine non è nascosta o camuffata ma sotto gli occhi di tutti, alla luce del sole. E’ successo nel match di fine stagione tra Celta Vigo e Cordoba, due formazioni blasonate e vogliose di riprendersi palcoscenici più consoni alla loro storia calcistica.
Ai padroni di casa del Celta Vigo, davanti a migliaia di spettatori pronti a far festa e inondarsi di gavettoni visto il gran caldo, bastava pareggiare, quel punto avrebbe consentito ai galiziani in maglia celeste di far ritorno in Liga Spagnola dopo cinque stagioni di Purgatorio. Il Celta Vigo, secondo in classifica dietro l’imprendibile e già promosso Deportivo La Coruna neo retrocesso l’anno scorso, ha cercato con tutte le sue forze quel pari, trovandolo, come ha trovato l’assenso silenzioso ma complice del Cordoba. Guarda caso, anche gli andalusi ospiti del Cordoba erano alla ricerca di un comodo pareggio, il segno x avrebbe permesso ai biancoverdi di agganciare il treno play-off, staccare l’Almeria e giocarsela nella lotteria extra stagionale con Real Valladolid, Alcorcon ed Hercules. Su questi presupposti, il pareggio nell’afosa giornata allo stadio Balaidos di Vigo era scontato, ciò che i tifosi e i media proprio non si aspettavano è stato lo spettacolo riservato dai 22 in campo per tutti i 90 minuti.
Atroce, quasi deplorevole, sicuramente boriosissimo, Celta Vigo e Cordoba non si sono date battaglia, limitandosi a lanciare e scambiarsi la sfera con passaggi corti, senza pressare, senza attaccare, senza imbastire azioni degne di nota. Alla fine si sono contati 1591 passaggi, tanta melina, nessuna azione sul taccuino e naturalmente nessun gol. Le due squadre hanno deciso in modo plateale di non farsi del male ma una cosa è certa: al triplice fischio finale dell’arbitro, tifosi e giornalisti hanno tirato un grosso sospiro di sollievo, la tortura era finalmente terminata.